Il mal d’aria è dato da un insieme di disturbi, di origine sia fisica sia psicologica, che si manifestano a qualsiasi età, soprattutto nei viaggi aerei. Un aereo in volo è soggetto a continui spostamenti a destra e sinistra (rollio), in alto e in basso (beccheggio), di cui non ci accorgiamo a livello cosciente, ma che vengono registrati dal nostro apparato vestibolare (cioè la parte interna dell’orecchio, responsabile della capacità di equilibrio e di orientamento nello spazio). Quando gli stimoli che arrivano all’apparato vestibolare variano troppo rapidamente, le informazioni che questo invia al cervello risultano confuse. Si prova allora un senso di nausea, come se davanti ai nostri occhi passassero immagini troppo veloci.
Questione di sensibilità. Negli aerei moderni le variazioni di altitudine sono compensate da un meccanismo di pressurizzazione che mantiene la pressione interna entro un intervallo fisso, ma anche queste piccole variazioni possono essere avvertite da persone particolarmente sensibili. Il senso di nausea, poi, può essere aggravato dalla paura di trovarsi in volo, che influenza il sistema nervoso generando uno stato di allarme.
Disturbi da alpinista. Il mal d’aria non va confuso con il mal di montagna che si può sperimentare quando si cambia altitudine in modo troppo repentino: quest’ultimo malessere è dovuto al fatto che più si sale minore è la quantità di ossigeno disponibile per l’organismo. Il mal di montagna si risolve generalmente rallentando la salita o dopo due o tre giorni di permanenza in alta quota.