Consideriamo un autobus che si muove in maniera ideale: con velocità costante, su una traiettoria rettilinea e senza alcun sobbalzo. Immaginiamo che su di esso uno sperimentatore lanci una pallina verticalmente. Questa ricadrà nello stesso posto da cui è stata lanciata. Supponiamo che lo stesso sperimentatore lanci un aereo di carta. Questo, rispetto a un osservatore sull’autobus, si comporterà esattamente come si sarebbe comportato se l’autobus fosse stato fermo. Consideriamo un esperimento un po’ più complesso: una reazione chimica. Questa avverrà sull’autobus esattamente come sarebbe avvenuta sulla terraferma. In definitiva qualunque esperimento o esperienza avviene sul nostro “laboratorio” mobile come avverrebbe se il “laboratorio” fosse fermo. Ma c’è di più. Immaginiamo che i vetri del nostro autobus (ideale perché senza sobbalzi) siano oscurati e che quindi non ci sia la possibilità di guardare all’esterno. In questa situazione un viaggiatore, stando all’interno dell’autobus, non potrebbe in alcun modo stabilire se l’autobus è fermo oppure se si sta muovendo di moto rettilineo uniforme. Tutto ciò è l’immediata conseguenza di uno dei principi fondamentali della fisica: il principio di relatività. Esso stabilisce che se un “laboratorio” (sistema di riferimento inerziale) si muove di moto rettilineo uniforme rispetto a un altro, nessun esperimento darà risultati diversi nell’uno e nell’altro “laboratorio”.