Il motivo per cui, durante il volo, non si avvertono particolari accelerazioni, deriva dal principio di relatività galileiana secondo cui non esistono differenze fisiche avvertibili tra un corpo in quiete (perfettamente fermo) e un corpo che si muove, anche a elevate velocità, con moto rettilineo uniforme (cioè a velocità e direzione costanti). In altre parole, se durante un volo aereo venissero chiusi tutti i finestrini e si riuscisse a isolare la cabina dal rumore dei motori e dalle vibrazioni, non si avrebbe alcuna possibilità di capire se si è fermi o in movimento.
Eppur si muove. È anche vero che, quando si è in volo, guardando fuori dal finestrino, sembra di muoversi lentamente, ma in questo caso la spiegazione si basa su un'illusione ottica dovuta alla nostra visione prospettica. Gli oggetti più distanti sembrano più piccoli e, quindi, anche le distanze sembrano più piccole di quanto non siano veramente.
Poiché la velocità non è altro che il rapporto tra distanza e il tempo, se le lunghezze apparenti sono piccole anche le velocità apparenti degli oggetti distanti sono minori di quanto non siano in realtà. In altre parole: più un oggetto è distante, minore è la sua velocità apparente.
A tutta birra. Quest'effetto esiste in tutti i veicoli in movimento, anche su un treno, per esempio. In treno, però, guardando fuori dal finestrino è possibile vedere oggetti molto vicini (i tralicci della ferrovia per esempio) che ci danno una sensazione abbastanza verosimile di velocità. L'aereo, per contro, quando vola, si trova a migliaia di metri di distanza dal suolo e non ha perciò oggetti di riferimento ravvicinati. Gli unici oggetti che il nostro occhio può focalizzare sono molto distanti e questo induce l'illusione di muoversi lentamente perché la velocità relativa apparente di quegli oggetti rispetto a noi sembra piccola.
Il motivo per cui, durante il volo, non si avvertono particolari accelerazioni, deriva dal principio di relatività galileiana secondo cui non esistono differenze fisiche avvertibili tra un corpo in quiete (perfettamente fermo) e un corpo che si muove, anche a elevate velocità, con moto rettilineo uniforme (cioè a velocità e direzione costanti). In altre parole, se durante un volo aereo venissero chiusi tutti i finestrini e si riuscisse a isolare la cabina dal rumore dei motori e dalle vibrazioni, non si avrebbe alcuna possibilità di capire se si è fermi o in movimento.
Eppur si muove. È anche vero che, quando si è in volo, guardando fuori dal finestrino, sembra di muoversi lentamente, ma in questo caso la spiegazione si basa su un'illusione ottica dovuta alla nostra visione prospettica. Gli oggetti più distanti sembrano più piccoli e, quindi, anche le distanze sembrano più piccole di quanto non siano veramente.
Poiché la velocità non è altro che il rapporto tra distanza e il tempo, se le lunghezze apparenti sono piccole anche le velocità apparenti degli oggetti distanti sono minori di quanto non siano in realtà. In altre parole: più un oggetto è distante, minore è la sua velocità apparente.
A tutta birra. Quest'effetto esiste in tutti i veicoli in movimento, anche su un treno, per esempio. In treno, però, guardando fuori dal finestrino è possibile vedere oggetti molto vicini (i tralicci della ferrovia per esempio) che ci danno una sensazione abbastanza verosimile di velocità. L'aereo, per contro, quando vola, si trova a migliaia di metri di distanza dal suolo e non ha perciò oggetti di riferimento ravvicinati. Gli unici oggetti che il nostro occhio può focalizzare sono molto distanti e questo induce l'illusione di muoversi lentamente perché la velocità relativa apparente di quegli oggetti rispetto a noi sembra piccola.