I movimenti spontanei e apparentemente casuali dei neonati hanno un senso: lo afferma uno studio pubblicato su PNAS che li ha analizzati tramite un modello computerizzato, scoprendo che rivelano un comportamento esplorativo atto a sviluppare il sistema sensorimotorio (quello che controlla le nostre capacità di movimento e coordinazione).
Capire meglio in che modo si sviluppa questo sistema biologico potrebbe aiutarci a comprendere l'origine del movimento umano e a diagnosticare il prima possibile eventuali disturbi dello sviluppo.
Obiettivo: camminare. Per arrivare a queste conclusioni, gli studiosi hanno registrato i movimenti articolari di 12 bimbi nati sani da meno di dieci giorni e di dieci lattanti di circa tre mesi di età. Hanno poi valutato l'attività muscolare e i segnali di input sensoriali dei piccoli con l'aiuto di un modello computerizzato, analizzando infine tramite degli algoritmi le caratteristiche delle interazioni tra attività muscolare e segnali di input.
«Gli studi condotti fino a ora suggerivano che i neonati sviluppassero il proprio sistema sensorimotorio attraverso movimenti rapidi e mirati», spiega Hoshinori Kanazawa, uno degli autori. «I risultati che abbiamo ottenuto dimostrano che non è così, e che i loro movimenti "vagano" spinti solo dalla curiosità, in cerca di interazioni sensorimotorie».
Diagnosi precoci. Secondo quanto scoperto, i bebè non ripeterebbero dunque lo stesso movimento fino ad apprenderlo, ma ne compirebbero tanti e diversi, imparando a muoversi nello spazio esplorandolo con curiosità.
Oltre a comprendere meglio in che modo si sviluppano i neonati, ulteriori studi in questo campo potrebbero aiutare a stabilire quali sono dei comportamenti normali e quali, invece, potrebbero denotare un ritardo nello sviluppo: «Il mio obiettivo ultimo è comprendere i meccanismi alla base dello sviluppo motorio e favorire lo sviluppo del bambino», conclude Kanazawa.