Il valore di un elemento dipende dalle sue proprietà chimico-fisiche (e quindi dall’uso che se ne può fare), dalla sua rarità, dalla difficoltà di estrazione o di produzione. Il platino è un metallo di color bianco argenteo, assai raro in natura (circa 10 milligrammi per ogni tonnellata di crosta terrestre). Nonostante sia due volte più abbondante dell’oro, il suo processo di estrazione è molto più complesso perché, a differenza di quest’ultimo, non si trova quasi mai allo stato puro, ma associato principalmente a iridio, palladio, rodio, osmio o rutenio, e insieme ad altri elementi quali oro, ferro, rame e nichel.
Il riscatto del brutto anatroccolo. A temperatura ambiente è più inattaccabile dell’oro, sciogliendosi solo in acqua regia (miscela di acido cloridrico e acido nitrico). Inizialmente disprezzato (il suo nome è un diminutivo dello spagnolo plata, “argento”) e poi considerato semplice curiosità scientifica, per le sue doti di catalizzatore nei processi di idrogenazione e ossigenazione, il platino cominciò a essere molto richiesto nell’800: fu anche usato come moneta in Russia. Per l’inattaccabilità e la facilità di lavorazione, è oggi uno dei tre metalli preziosi utilizzati in oreficeria. In lega trova ottimo impiego anche in odontotecnica e per apparecchiature e contenitori da laboratorio.