Una fascia da applicare al collo traduce in parole i nostri pensieri. L'invenzione è stata presentata in occasione di una recente conferenza organizzata dal colosso americano Texas Instruments durante la quale i fondatori dell'azienda produttrice dell'avveniristico "gadget" si sono cimentati in una conversazione telefonica in cui uno degli interlocutori non emetteva alcun suono. Semplicemente, pensava quello che voleva dire. La fascia intercetta i segnali nervosi che dal cervello giungono alle corde vocali e li trasferisce a un software che li interpreta e li trasforma in parole di senso compiuto. Gli sviluppatori assicurano che non c'è pericolo di "farsi scappare" i pensieri più segreti: la fascia funziona solo quando pensiamo alle parole da dire, mentre non può nulla con i pensieri astratti (insomma, non è telepatia). Il software a cui è collegata la fascia utilizza attualmente un vocabolario di 150 parole (perciò il segnale intercettato deve corrispondere a una parola codificata), ma per il futuro si prevede di sviluppare un sistema che riconosca i singoli fonemi (suoni) della lingua, migliorando così la capacità di riconoscimento del pensiero/parola. [AP]