Da dicembre 2016, un'ingombrante stazione di ricerca subacquea posizionata sul fondale al largo di Kiel, in Germania, raccoglieva dati sull'ecosistema del Baltico. La sera del 21 agosto, le comunicazioni con l'osservatorio - chiamato Boknis Eck - si sono bruscamente interrotte.
Gli scienziati del GEOMAR Helmholtz Center for Ocean Research Kiel e dell'Helmholtz Center Geesthacht (HZG) a capo del progetto, hanno inizialmente pensato a un problema nei sistemi di trasmissione dati, ma i sub che dopo qualche giorno sono andati a verificare sul posto si sono trovati davanti a una scena sconcertante.
Sparita. Dell'intera stazione di ricerca del valore di 300 mila euro non restava che un cavo spezzato: tutto il resto dell'attrezzatura (incluse due pesanti griglie piene di cavi e sensori, di 250 e 100 kg rispettivamente) era scomparso.
L'osservatorio si trovava in un'area riservata a 1,8 km dalla costa settentrionale della Germania, a sud del confine danese e a una profondità di 22 metri. La zona era off-limits per le imbarcazioni, ma quella del furto programmato rimane, nonostante tutto, la spiegazione più plausibile. Le altre possibili cause - animali marini, correnti, tempeste - sarebbero da escludere per via del peso della struttura e della scomparsa totale delle strumentazioni (che non sono state trovate più in là, ma sembrano svanite nel nulla).
Ladri con la bombola. Qualcuno potrebbe aver visto nel Boknis Eck una fonte di preziosi metalli da rubare, come spesso avviene con i relitti di navi, fatti saltare con cariche esplosive e poi depredati delle parti di valore. Secondo il sito dello Smithsonian, lo stesso movente sarebbe stato recentemente alla base della scomparsa di due relitti di navi della Seconda Guerra Mondiale, che si trovavano al largo della Malesia.
Le indagini delle autorità tedesche sono ancora in corso, ma gli scienziati di GEOMAR sperano che qualche nave possa aver notato movimenti sospetti nell'area del misfatto e hanno pertanto deciso di rendere pubblico l'accaduto.
Il vero tesoro. Valore economico a parte, la perdita scientifica è inestimabile. Insieme al Boknis Eck sono svaniti quasi tre anni di dati su temperatura, nutrienti e salinità dell'acqua, velocità delle correnti, concentrazioni di clorofilla e metano. Informazioni che servivano a monitorare la salute del Baltico meridionale, e che ora non sono più disponibili.