Scienze

Oltre 225 tornado in 12 giorni: che cosa alimenta i disastri meteo negli Stati Uniti?

Un persistente fenomeno atmosferico è all'origine della peggiore stagione di tornado degli ultimi 40 anni, con almeno 8 vortici al giorno registrati nelle ultime settimane.

Nella seconda metà di maggio i tornado hanno imperversato sugli Stati Uniti centro-settentrionali con una frequenza esasperante persino per gli standard della Tornado Alley (il cosiddetto corridoio dei tornado), una macro-regione che, per la sua posizione geografica, è spesso interessata da questi fenomeni.

Dal 17 al 29 maggio sono stati segnalati almeno 225 tornado soprattutto su Idaho, Colorado, Texas, Oklahoma, Kansas, Missouri, Ohio, Indiana e Pennsylvania. Per 12 giorni nelle ultime due settimane ci sono stati come minimo 8 tornado al giorno, un record che rimaneva imbattuto da 40 anni. Almeno 7 persone sono morte, decine sono rimaste ferite e centinaia di case sono state abbattute.

Caccia al colpevole. Le centinaia di vortici d'aria sono parte di una catena di eventi meteo estremi che comprende anche inondazioni, picchi di gelo (negli USA occidentali) nonché temperature ben al di sopra della media stagionale (nel sudest). All'origine di questi fenomeni atmosferici sembra esserci una persistenza anomala, sopra gli Stati Uniti centro-occidentali, della corrente a getto polare, un fiume d'aria che si sposta velocemente nella parte superiore dell'atmosfera, alle alte latitudini.

vortice polare, corrente a getto polare
La corrente a getto si protende in modo anomalo verso sud. Clicca per attivare l'animazione. © Cbs News

Di norma questo flusso d'aria si muove da ovest a est alimentando modeste perturbazioni. Nelle ultime settimane si è invece orientato in modo insolito (per il mese di maggio), spingendosi molto a sud rispetto alle latitudini artiche con un andamento "ondoso" che ha lambito questa parte degli USA creando le condizioni per la formazione di supercelle, violenti fenomeni temporaleschi che possono dare origine ai tornado.

i soliti sospetti. Sulla possibile connessione tra l'estrema amplificazione della corrente a getto e i cambiamenti climatici sono in corso approfondimenti. Ci sono indizi concreti di una relazione tra le temperature insolitamente alte in Alaska, la perdita dei ghiacci artici e l'andamento irregolare della corrente a getto, ma è presto per affermare che il global warming abbia esasperato il fenomeno.

Per gli scienziati sono in gioco variabili climatiche talmente complesse che è impossibile determinare il ruolo di ogni singolo fattore. Possiamo però aspettarci che sia questa la tendenza a lungo termine, dato il progressivo riscaldamento delle regioni circumpolari.

Martedì 28 maggio uno studio pubblicato su Nature ha denunciato una connessione tra il rapido declino del ghiaccio marino nell'Artico e un aumento del trasporto di calore ed energia nell'alta atmosfera. Questa energia in eccesso disturba il vortice polare, e questa interferenza si può tradurre in una corrente a getto con ondulazioni molto marcate, protese verso sud.

Una congiura. Un ulteriore fattore in connessione con corrente a getto e aria calda sull'Artico è un fenomeno chiamato Oscillazione di Madden-Julian (MJO), un nucleo di precipitazioni anomale che attraversa il Pianeta sulla fascia tropicale ogni 30-60 giorni.

Intorno al 20 di aprile è stata osservata un'intensificazione dell'attività del fenomeno sopra l'Oceano Indiano (culminata in una serie di violenti cicloni): questo di solito precede eventi meteo intensi, come appunto i tornado, quando poi la MJO si trova a passare sopra gli USA.

3 giugno 2019 Elisabetta Intini
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