Dopo il riso alla vitamina A, la qualità resistente agli erbicidi e quella refrattaria agli insetti, il catalogo delle specie "elaborate" si arricchisce di una varietà di tale cereale che protegge dal colera, malattia ancora mortale in molti Paesi del mondo. Un risultato molto importante. Tuttavia, mentre la ricerca colleziona successi, la regolamentazione del settore scarseggia e ancora non ci è chiaro come proteggere la biodiversità naturale dall'inquinamento genetico.
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Riso naturale (bianco) e riso Golden, varietà sviluppata nel 1999 per consentire il corretto apporto di vitamina A in 100-200 grammi di riso (il pasto dei bambini nelle società basate appunto sul riso). Anche in India, dopo un iniziale successo, il suo futuro è oggi messo in discussione. |
Un innovativo vaccino anti-colera è stato sviluppato nei laboratori dell'università di Tokyo: nel Dna del riso sono stati inseriti alcuni geni derivanti dal batterio del colera, ottenendo così un riso GM capace di indurre una risposta immune contro l'infezione. La sperimentazione ha confermato quanto si attendevano i ricercatori: nei topi alimentati con il nuovo riso si è evidenziata la presenza di anticorpi non solo nel sangue, ma anche nelle mucose, prima via di accesso al nostro organismo per molti microbi. Soprattutto quest'ultimo è considerato un risultato molto importante perché impossibile da ottenere con i sistemi di vaccinazione tradizionali.
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Secondo i suoi "inventori", però, il riso-vaccino ha diversi altri vantaggi, tra i quali quello di essere stabile: mantiene infatti inalterata la sua efficacia per oltre un anno e mezzo a temperatura ambiente, mentre il vaccino tradizionale deve essere sempre conservato a bassa temperatura. Non servono più aghi e siringhe, e una eventuale campagna di vaccinazione avrebbe tutti i numeri per essere la più efficace mai sostenuta, visto che il riso è la principale fonte di sostentamento per le popolazioni di molti paesi poveri e in via di sviluppo (nei quali il colera è ancora assai diffuso).
... ma non è tutto riso e fiori!
I benefici legati a questa nuova invenzione dell'ingegneria genetica sono dunque importanti, ma sopravvalutarli e, soprattutto, abbassare la guardia sui potenziali rischi della coltivazione di piante transgeniche per uso alimentare sarebbe un errore. I tempi di sperimentazione sembrano insufficienti per permettere una valutazione davvero completa degli eventuali pericoli, eppure... la diffusione di piante geneticamente modificate appare fin troppo rapida e, spesso, fuori controllo. È infatti già accaduto che coltivazioni di riso "normale" venissero contaminate da quello GM, o che ingenti importazioni di prodotto lavorato fossero bloccate (settembre 2006, riso LL601, resistente agli erbicidi) o addirittura sequestrate nei punti vendita (maggio 2007, riso Bt63, varietà illegale resistente agli insetti) a dimostrazione della loro opinabile sicurezza. Nonostante il riso sia in prevalenza autoimpollinante, e quindi i rischi di diffusione incontrollata di una variante "artificiale" siano, almeno in teoria, bassi, le problematiche su come proteggere da contaminazioni le coltivazioni del prodotto "originale" non devono essere lasciate in secondo piano.
(Notizia aggiornata al 25 settembre 2007)