A oltre sette anni dal disastro nucleare di Fukushima, le operazioni di rimozione delle barre di combustibile e di contenimento delle perdite della centrale sono ancora estremamente complesse.
Le recenti immagini diffuse dalla TEPCO, la società che gestisce l'impianto di Fukushima Dai-chi, lo testimoniano: le foto mostrano lo stato della vasca di contenimento del reattore numero 2, tra i più devastati dall'incidente seguito allo tsunami in Giappone del marzo 2011, dove i livelli di radiazioni registrati sarebbero arrivati a 530 Sievert per ora, una quantità sufficiente a uccidere un essere vivente in pochi minuti (e un robot in un paio di ore).
Quel che resta. La scena è stata ripresa da un braccio robotico lungo 15 metri munito di telecamera e calato all'interno del reattore il 19 gennaio 2018, durante una rapida ispezione. Si notano depositi di combustibile sul fondo del recipiente di contenimento che di norma circonda la vasca di pressione dove si trovano le barre, isolandola dall'ambiente esterno.
Secondo gli operatori della TEPCO, la parte inferiore della vasca di pressione sarebbe stata danneggiata (dagli incendi, dalle esplosioni o dal combustibile stesso), il che avrebbe permesso alle barre ormai fuse di tracimare nel recipiente di contenimento. In alcuni punti si possono osservare depositi di combustibile alti qualche decina di centimetri.
Triste primato. Quello alla centrale di Fukushima è stato il peggior disastro nucleare dopo quello di Chernobyl (1986). Lo tsunami seguito al terremoto di magnitudo 9 che colpì il Giappone l'11 marzo 2011 mise fuori uso l'impianto elettrico di backup della centrale, che rimasta senza elettricità non riuscì più a garantire il raffreddamento dei reattori. Oltre al rilascio di materiale radioattivo iniziale, uno dei maggiori problemi è ora la rimozione dei milioni di tonnellate di acqua radioattiva usata nel raffreddamento delle barre, ancora presente nell'impianto. Il lavoro di ripulitura costerà decine di miliardi di dollari e potrebbe protrarsi per i prossimi 40 anni.