A sostenerlo non è una ricerca condotta da una famosa università, ma J.D. Moyer, un comune mortale con problemi di insonnia che sostiene che la luce artificiale induce il cervello a rimanere sveglio.
“Spegni tutte le luci artificiali al tramonto per dormire come un ghiro”
M’illumino (artificialmente) d’immenso – Portarsi a letto cellulari, notebook, e adesso anche l’iPad, non fa bene al sonno, e non si tratta delle solite onde elettromagnetiche che friggono il cervello: il problema è la luce. È la teoria di J.D. Moyer, un americano di Oakland, convinto che sia proprio la luce artificiale dei nostri compagni elettronici a “mandare in tilt” i nostri bio-ritmi provocando l’insonnia.
Esperimento fai-da-te – Dopo l’ennesima notte in bianco, Moyer decide di testare sul campo, o sarebbe meglio dire tra le lenzuola, la sua intuizione luminosa. Così, per circa un mese, al tramonto, il nostro nottambulo avrebbe spento tutte le luci artificiali presenti in casa, dalla spia del televisori al suo computer portatile. E pare abbia funzionato. Invece di addormentarsi a mezzanotte, come al solito, già verso le nove iniziava a sentire le palpebre chiudersi e si svegliava la mattina, dopo otto o nove ore di sonno, fresco e riposato come una rosa.
Cosa dice la scienza – Secondo Phyllis Zee , professore di neuroscienze presso la Northwestern University, la forte luce emanata dai display di computer e smartphone indurrebbero il nostro cervello a rimanere sveglio ritardando l'arrivo del sonno. Altri studiosi, invece, ritengono che non ci sia nessun collegamento tra l’insonnia e l’esposizione a una luce intensa, e che la situazione peggiora solo per chi ha già difficoltà ad addormentarsi.