Il pensiero, almeno quello matematico, esiste anche senza il linguaggio. È quello che hanno scoperto alcuni scienziati osservando tre pazienti con gravi deficit nel linguaggio.
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I numeri e la nostra capacità di "mischiarli" con le addizioni o sottrazioni, possono esistere nel cervello anche quando, a causa di gravi lesioni, si sia deteriorato l'uso della parola e del linguaggio. |
Gli scienziati pensano che il linguaggio sia la chiave di volta di tutti i nostri processi mentali avanzati, che differenziano l'attività cerebrale umana da quella degli animali, rendendo gli uomini più intelligenti.
Pensiero indipendente. All'università di Sheffield, però, osservando il comportamento di alcuni pazienti affetti da afasia, hanno scoperto che il pensiero non sempre dipende dal linguaggio. L'afasia si manifesta in seguito a alcune lesioni riportate nella parte sinistra del cervello e consiste nella perdita della capacità di parlare e di interpretare in modo corretto le frasi. Coloro che ne sono affetti capiscono per esempio le parole “leone”, “caccia” e “uomo” ma non sono in grado di capire la differenza di significato tra la frase “il leone caccia l'uomo” e “l'uomo caccia il leone”.
Sorprendentemente però i pazienti sono riusciti a riconoscere la differenza tra due diverse operazioni matematiche come 2-7 e 7-2, riuscendo a calcolarne i risultati.
La grammatica dei numeri. Precedentemente alcuni esperimenti fatti analizzando il cervello con la risonanza magnetica per immagini, avevano rivelato che quando risolviamo dei problemi matematici è coinvolta anche la parte del cervello connessa al linguaggio.
«Il problema con la risonanza magnetica è che non si sa mai realmente che cosa il soggetto stia facendo mentre il suo cervello è sotto osservazione con lo scanner - afferma Rosemary Varley che ha guidato la nuova ricerca - se, infatti, gli si assegna un problema matematico probabilmente lo leggerà “a voce alta” nella sua testa. Ma questo non significa che il linguaggio sia necessariamente una parte del ragionamento matematico».
Un processo inverso a quello che potrebbero fare le persone affette da deficit linguistici, che secondo gli scienziati, potrebbero imparare a usare la “grammatica” dei numeri per provare a interpretare i discorsi e le parole scritte.
(Notizia aggiornata al 17 febbraio 2005)