Sono giorni elettrizzanti, per gli appassionati di scienza: lunedì 3 ottobre si apriranno a Stoccolma le giornate di assegnazione dei Nobel. E come ogni anno, sono arrivate a scaldare l'atmosfera le previsioni di Thomson Reuters, una società di analisi dei dati che calcola l'impatto e il prestigio dei vari membri della comunità scientifica a partire dal numero di citazioni accademiche dei loro articoli.
I limiti. Dal 2002 l'istituto ha nominato 260 candidati, ma solo 39 hanno vinto e solo 9 nello stesso anno delle previsioni (16 entro il secondo anno). Questo perché i sondaggi non sono infallibili, e perché il "quando" è nelle mani del Comitato per il Nobel svedese. Spesso i vincitori sono premiati dopo anni, se non decenni, dalla loro scoperta; talvolta ci sono dispute sui brevetti, e quasi sempre pochi singoli sono premiati per il lavoro di molti.
Dopo questi doverosi distinguo, andiamo alle previsioni (qui l'elenco degli scienziati più citati, in ordine alfabetico).
Fisica. Il Nobel per la Fisica potrebbe spettare agli statunitensi Ronald W.P. Drever, Kip S. Thorne e Rainer Weiss per lo sviluppo degli interferometri LIGO che hanno consentito di individuare le onde gravitazionali (una ricerca che parla anche italiano).
A contendersi il premio potrebbero esserci Marvin L. Cohen (USA) per i suoi studi teorici sui materiali solidi e sulle loro potenzialità; o Celso Grebogi (Scozia), Edward Ott e James A. Yorke (USA) per lo sviluppo di una teoria di controllo di sistemi caotici.
Chimica. Anche quest'anno la tecnica di "forbici molecolari" genetica CRISPR-cas9 potrebbe essere un papabile target del premio per la Chimica: i favoriti sarebbero George Church e Feng Zhang (USA e Cina), per una particolare applicazione di questo metodo alle cellule di uomo e animali.
Dennis Lo Yuk Ming, dalla Cina, potrebbe vincere per aver individuato DNA fetale, libero da cellule, nel plasma materno, una scoperta che potrebbe rivoluzionare i test prenatali. Mentre i giapponesi Hiroshi Maeda e Yasuhiro Matsumura sono invece in corsa per i loro studi su alcune proprietà di macromolecole utili per la cura del cancro.
Medicina. Il Nobel per la Fisiologia o la Medicina potrebbe spettare a James P. Allison, Jeffrey A. Bluestone e Craig B. Thompson (USA) per aver spiegato come i recettori di proteine CD28 e CTLA-4 regolano l'attivazione dei linfociti T e quindi modulano la risposta immunitaria.
In lizza ci sarebbero anche Gordon J. Freeman, Tasuku Honjo e Arlene H. Sharpe (USA e Giappone) per aver spiegato come funziona la proteina della morte programmata 1, un tipo di morte cellulare nei pazienti con tumori in fase avanzata: uno studio che ha portato allo sviluppo di nuove forme di immunoterapia per i pazienti oncologici.
Un Nobel potrebbe andare anche agli studi su crescita e proliferazione cellulare di Michael N. Hall, David M. Sabatini (USA e Svizzera).
Economia. Olivier J. Blanchard, dagli Stati Uniti, potrebbe aggiudicarsi il Nobel per i suoi studi di macroeconomia, sulle variabili che determinano le fluttuazioni economiche e di impiego. Edward P. Lazear, sempre dagli USA, si è distinto per aver sviluppato un'economia del personale; mentre l'americano Mark J. Melitz potrebbe vincere per i suoi studi sull'eterogeneità dei marchi e sul commercio internazionale.
Il metodo scientifico delle citazioni accademiche ovviamente non permette di formulare ipotesi sul premio Nobel per la Pace. Per quello occorrerà aspettare le nomine ufficiali, il prossimi 7 ottobre.