A New York esiste uno spazio di lavoro dove scrittori e romanzieri possono creare in santa pace. Ma solo se armati di laptop, si eslcude così dalla frequentazione Skye Ferrante, l’unico superstite della scrittura meccanica su fogli di carta.
“Addio alla macchina per scrivere alla Writers Room di New York”
Asilo della parola scritta – La Writers Room del Greenwich Village è un non-luogo di lavoro: si contribuisce con una retta annuale (1.400 dollari) e si può usufruire di spazi, cubicoli e scrivanie dello studio, per creare e scrivere immersi nella quiete. Solo per citare un esempio: nel 2006 Lauren Weisberger ha scritto in questi spazi il suo bestseller mondiale, da cui è stata anche tratta una nota pellicola di successo: “Il Diavolo Veste Prada”.
Niente lettera 22 – In questo rifugio per scrittori, d’ora in avanti non saranno più ammesse le macchine per scrivere, meccaniche o elettriche che siano. L’unico assiduo frequentatore del desk a noleggio che ancora usava uno di questi arcaici strumenti, una Royal Typewriter del 1929, era lo scrittore 37enne Skye Ferrante.
Prima era un privilegio – Il Signor Ferrante è tornato recentemente al lavoro dopo una pausa di 8 mesi e, una volta entrato nella “Typing Room”, si è accorto che mancava un cartello che aveva visto appeso per anni: “Nel caso non ci siano tavoli disponibili, i laptop devono fare posto alle macchine per scrivere”.
Luddismo in età avanzata – Il cartello era presente per calmare i soci più anziani, grandi utilizzatori di macchine per scrivere, andati morendo nel tempo. Ma oggi, che il povero Skye Ferrante è rimasto l’unico esemplare, la precedenza non ha più ragione di esistere. Anzi: il forte rumore dei tasti impedisce ai geek di ascoltare il ronzio di una ventola. Per cui la soluzione è stato: o lo scrittore passa al laptop o, non potendo frequentare la sala, gli verranno restituiti i soldi.