Scienze

Musica per le mie orecchie?

Credi che la musica sia solo un "fatto culturale"? Ti sbagli. È il patrimonio genetico della nostra specie. Lo rivela un nuovo studio neurologico, condotto su persone che di musica non ne...

Musica per le mie orecchie?
Credi che la musica sia solo un "fatto culturale"? Ti sbagli. È il patrimonio genetico della nostra specie. Lo rivela un nuovo studio neurologico, condotto su persone che di musica non ne ascoltano mai: gli "amusici".

Carolina Borella, 23 gennaio 2008

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Un rumore di piatti e pentole gettati sul pavimento: ecco che cosa sentono, al posto della musica, le persone affette da amusia (dal greco a-musìa, mancanza di armonia). Niente di piacevole, insomma. In forme più o meno gravi, il 4% della popolazione mondiale soffre di questa patologia, molto spesso congenita, detta anche "sordità tonale". Il cervello degli amusici non riesce a codificare l'intera gamma di variazioni tonali, armoniche e ritmiche di un brano, né a distinguere una melodia dall'altra.

CELL PRUNING - Durante lo sviluppo dell'embrione alcune cellule muoiono in risposta a un preciso stimolo che le spinge ad autodistruggersi. Pensate, per esempio, a come nasce una mano: all'inizio la sua forma somiglia a quella di una pinna, poi interviene questo meccanismo regolatore e le cellule che si trovano tra gli abbozzi della dita scompaiono.

CORTECCIA CEREBRALE - È la parte più esterna del cervello: avvolge i due emisferi ed è costituita da una sostanza grigia ricca di neuroni, che a sua volta riveste una sostanza bianca formata da fibre nervose.
Materia grigia (substantia grisea): da qui partono le funzioni nervose del cervello: il colore grigio deriva dall'abbondanza di nuclei neuronali.
Materia bianca (substantia alba): è responsabile della connettività interna del cervello, quindi della comunicazione tra le diverse regioni della materia grigia. Ne fanno parte i prolungamenti delle cellule nervose (gli assoni) ricoperti di mielina, una proteina che isola la conduzione elettrica rilasciando, appunto, un colore bianco.

CORTECCIA UDITIVA - Fa parte dell'area delle percezioni uditive e si trova nel lobo temporale dell'emisfero destro. Il suo ruolo è quello di riconoscere gli impulsi acustici e trasformarli in sensazioni uditive coscienti.

GIRO FRONTALE INFERIORE - Fa parte dell'area di Broca (emisfero sinistro, lobo frontale), il luogo del linguaggio, e contribuisce alla formazione delle parole. È coinvolto anche nell'elaborazione della sintassi musicale.

GLOSSARIO
Più corteccia, meno musicalità
Ciò che ha sorpreso i ricercatori dell'Università di Montreal e del Brams (International Laboratory for Brain, Music and Sound Research) è che l'amusia non è la conseguenza di un deficit organico, anzi: negli amusici le aree cerebrali deputate alla percezione del suono sono più sviluppate del normale. Un'evidenza cui sono giunti studiando due gruppi di ascoltatori, l'uno affetto dalla patologia e l'altro sano, con nuovi metodi applicati alla risonanza magnetica funzionale sul cervello (fMriB, functional magnetic resonance imaging of the brain). La materia grigia aumenta proprio nei punti in cui viene elaborato il messaggio musicale, ovvero nella corteccia uditiva destra e nel giro frontale inferiore. E per la prima volta gli studiosi avanzano l'ipotesi che il fenomeno possa dipendere da una qualche anomalia del cell pruning, quel meccanismo regolatore con cui il nostro organismo elimina le cellule in eccesso durante lo sviluppo dell'embrione (vedi GLOSSARIO) e nei primi mesi di vita. Nel cervello, questa operazione di pulizia porta al dimezzamento delle cellule neuronali dopo il secondo anno di età: nelle persone affette da amusia, ipotizzano i ricercatori, il cell pruning non ha funzionato a dovere e non sono state eliminate abbastanza cellule nelle aree cerebrali interessate alla percezione del suono. Questo spiegherebbe l'addensamento di corteccia.

Problemi di connessione
Ma allora, se la materia grigia aumenta proprio nelle aree musicali del cervello, come mai la capacità di comprendere la musica diminuisce nei soggetti con amusia? Perché il problema, in realtà, sta nella comunicazione tra le diverse regioni della materia grigia, per mezzo di neuroni specializzati. Lo spiega Isabelle Peretz, che studia questa patologia da oltre vent'anni: «l'amusia non è un problema funzionale dei sensi, e la musica non è solo un diletto per le orecchie...». La scoperta fatta dai ricercatori dell'Università di Montreal conferma a questa idea: l'elaborazione dell'informazione musicale ha una base soprattutto genetica, che coinvolge diverse parti del cervello.

23 gennaio 2008
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