È l'azione antibatterica del guaiacolo, composto chimico contenuto nei derivati del cedro, che permette alle mummie di conservarsi così bene.
Aghi di cedro del libano (Cedrus libani). Di questa pianta gli egizi usavano anche il legno per la costruzione dello scafo delle loro navi. |
Olio antibatterico. Invece si è scoperto che il conservante capace di fare arrivare intatte fino a noi mummie di migliaia di anni fa è un elemento chimico di nome guaiacolo contenuto nell'olio di cedro (Cedrus sp.). La scoperta è stata resa possibile dall'analisi di alcuni campioni di sostanze per l'imbalsamazione rinvenuti accanto a una mummia di 2500 anni fa, nota come “Saankh-kare”.
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Terminologia d'Egitto! Ma cosa ha dato origine a questo equivoco? Probabilmente la confusione è nata dal fatto che non esistono documenti originali sui processi di mummificazione, ma solo testi successivi di autori come Erodoto e Plinio il Vecchio che hanno riportato nelle loro opere quanto avevano appreso sull'argomento. E proprio dall'erronea interpretazione di uno scritto di quest'ultimo gli archeologi si sono convinti che la sostanza chiave per l'imbalsamazione fosse un derivato del ginepro. Plinio infatti parla di "succo di cedro" (nel testo originale in latino "cedrium"), ma due specie di ginepro, il Juniperus virginiana e il Juniperus oxycedrus, sono note con il nome comune di cedro rosso americano e cedro mediterraneo, ed è stata probabilmente questa ambiguità terminologica, insieme al ritrovamento delle bacche della pianta nei sarcofaghi, a trarre in inganno gli egittologi e a farli giungere a un'errata conclusione.. |