Un ingegnere australiano vuole costruire una centrale elettrica in mezzo al cielo per sfruttare i forti venti d'alta quota.
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Ecco come potrebbe essere un generatore volante. Pesante 500 kg e con eliche di 10 metri di diametro, volerà tra i 5 mila e i 10 mila metri. Un cavo condurrà l'elettricità generata a terra. Illustrazione : © Sky WindPower. |
Lo sostiene Bryan Roberts, un ingegnere australiano che ha progettato la prima centrale eolica volante. Dopo 25 anni di ricerca, Roberts è giunto alla conclusione che il luogo con i venti più forti e costanti si trova ad altitudini molto alte e ha pertanto pensato a una macchina rotante capace di sfruttarli al meglio.
Là dove osano le eliche. La centrale elettrica volante sarà composta da una serie di eliche legate tra loro e collegate a terra con un lungo cavo nel quale passerà l'elettricità generata. Sarà in grado di autoalimentarsi e dovrà essere riportata a terra ogni mese per la manutenzione. Un computer di bordo altamente sofisticato farà in modo che le stesse eliche, ruotando, tengano in posizione tutto il sistema.
Più efficienza, meno inquinamento. I vantaggi dell'ambizioso progetto sono inequivocabili: i venti d'alta quota sono il più concentrato flusso di energia rinnovabile; l'efficienza del generatore volante - secondo Sky WindPower l'azienda che lo sta costruendo - sarà tre volte superiore a quella di impianti analoghi a terra. E anche il costo di produzione sarà inferiore. Secondo alcuni esperti la metà dell'energia prodotta con il carbone, ma senza alcun impatto ambientale: nessuna produzione di gas serra e anche l'inquinamento acustico (vero problema delle centrali eoliche) sembra superato vista l'enorme distanza da terra.
Un posto al sole. Al momento Sky WindPower, dopo aver ricevuto i relativi permessi, sta cercando un luogo adatto per far volare un prototipo: serve una zona ventosa di 30 chilometri di diametro, fuori dalle rotte del traffico aereo. Purtroppo molte zone desertiche non soddisfano questi standard. Ma non è l'unico ostacolo al volo della centrale elettrica. La mancanza di fondi sufficienti per lo sviluppo sembra frenare ancora il “decollo”.
(Notizia aggiornata al 12 aprile 2005)