Purtroppo ancora una volta dobbiamo sottolineare quanto i cambiamenti climatici possano avere serie conseguenze sulla vita dell'uomo: in questo caso si tratta di uno studio sulla scarsità di acqua che potrebbe interessare oltre l'ottanta per cento delle terre coltivate del Pianeta - un dato drammatico, se divenisse realtà. Lo studio è partito esaminando i requisiti idrici attuali e futuri necessari all'agricoltura globale, per determinare se vi sarà l'acqua necessaria nel 2050: il lavoro ha verificato quanta acqua sarà necessaria per l'irrigazione (tenendo conto dell'aumento della richiesta di prodotti agricoli in rapporto alla crescita della popolazione) e quanta sarà a disposizione a partire dalle piogge (acqua blu) e presente nel sottosuolo (acqua verde).
In breve, lo studio dimostra che l'ottanta per cento di tutte le aree coltivate nel mondo non avrà acqua a sufficienza. Negli ultimi 100 anni la domanda di acqua è cresciuta due volte più velocemente della crescita della popolazione umana e ciò ha già creato gravi problemi, soprattutto nelle aree colpite da siccità, come gli Stati Uniti occidentali, serviti soprattutto dal bacino del fiume Colorado. Nel caso specifico gli Stati Uniti stanno lavorando alacremente per contenere al massimo l'acqua del lago Powell, formato con la costruzione della diga di Glen Canyon, sul Colorado, ma non c'è dubbio che per mitigare la carenza d'acqua nelle regioni aride è necessario che piova... altrimenti l'unica soluzione è quella di abbandonare quei terreni.
Spiega Xingcai Liu (Accademia cinese delle Scienze), a capo dello studio: «Questo è il primo studio che propone un indice per capire quanta acqua è necessaria per una determinata area agricola e consente di valutare in modo coerente quali possono essere le ricadute economiche e sociali in caso di scarsità d'acqua».
Meno pioggia, meno raccolti. La principale risorsa d'acqua per l'agricoltura è la cosiddetta acqua verde, quella che si accumula nel sottosuolo e viene utilizzata per le irrigazioni, la quale però è direttamente legata a quanta acqua cade dal cielo nel corso di un decennio. Stando ai ricercatori i cambiamenti climatici porteranno nel corso dei prossimi anni a una forte riduzione dell'acqua di falda, e ciò significa che è molto improbabile che si riuscirà a sostenere il numero di raccolti necessari per una popolazione in crescita.
Mesfin Mekonnen (Università dell'Alabama), ingegnere ambientale non coinvolto nella ricerca, sostiene che lo studio è di grande aiuto perché è la prima volta che si ha un quadro completo dell'acqua a disposizione per l'agricoltura.
La maggior parte delle precedenti ricerche globali teneva conto solo delle precipitazioni, e il fatto che pur tenendo conto anche di quelle presenti nel sottosuolo non vi sia acqua a sufficienza per l'agricoltura, deve fare profondamente riflettere. Mekonnen sostiene che bisognerà allargare i confini economici e politici per coltivare là dove l'acqua è prevista in crescita (poche aree delle Pianeta), come nel nord della Cina, per compensare la riduzione dei raccolti in altre aree, come appunto negli Stati Uniti.