Un nutrito gruppo di geologi classifica gli ultimi 4.200 anni di storia (geologica) come un'età distinta dalle precedenti, il Meghalaya, il cui inizio viene fatto coincidere con una spaventosa siccità globale che mise in crisi o fece scomparire diverse civiltà. La Commissione internazionale di stratigrafia potrebbe perciò presto decidere di aggiornare la mappa cronostratigrafica, ossia quel diagramma che rappresenta la cronologia ordinata della storia geologica della Terra.
Prima del Meghalayano. I geologi dividono la lunga storia della Terra, da circa 4,6 miliardi di anni fa a oggi, in porzioni di tempo: ogni periodo inizia e termina con eventi geologicamente significativi, come la formazione delle zolle continentali, drammatici cambiamenti climatici o l'emergere di particolari specie o generi di animali e piante. In base alla classificazione ufficiale siamo attualmente nell'epoca detta Olocene: è la seconda epoca del periodo Quaternario (la prima è il Pleistocene) ed è iniziata circa 11.700 anni fa, con la fine dell'ultima era glaciale nell'emisfero settentrionale (evento geologicamente significativo).
È possibile che la Commissione accolga infine l'idea e decida di aggiungere una nuova epoca al Quaternario oppure di dividere l'Olocene in piani più ristretti. Il Meghalayano potrebbe così diventare un'epoca (a fianco dell'Olocene) oppure un piano dell'Olocene (e questa pare la soluzione probabile), con inizio a partire da 4.200 anni fa - con quella siccità distruttiva i cui effetti durarono due secoli e sconvolsero le civiltà sorte in Egitto, Grecia, Siria, Palestina, Mesopotamia e nelle valli dell'Indo e del fiume Yangtze, probabilmente innescata da alterazioni nella circolazione oceanica e atmosferica.
Prima del Meghalayan c'è un altro segmento di tempo geologicamente ben identificato, il Northgrippiano, da 8.300 anni fa al Meghalayan, segnato da un brusco raffreddamento, attribuito a vasti volumi di acqua dolce provenienti dai ghiacciai in fusione del Canada, che si riversarono nell'Atlantico settentrionale e alterarono profondamente le correnti oceaniche. Prima ancora, la fase più antica dell'Olocene - l'uscita dall'era glaciale vera e propria - è chiamata Greenlandiana.
Come si racconta la storia della Terra. Perché si possa introdurre una nuova fase geologica è dunque necessario che vi sia stato "un qualcosa" i cui effetti si vedono su scala globale, associati senza ambiguità interpretative a un tipo di roccia, per esempio, o a un sedimento molto evidente. Per il famoso confine di 66 milioni di anni fa, quello che segna il passaggio dal periodo Cretaceo al Paleogene (e la scomparsa dei dinosauri) ci sono nei sedimenti le tracce molto evidenti di iridio, metallo che si è diffuso in tutto il pianeta con i detriti disseminati dall'asteroide di Chicxulub.
I dubbi. Non tutti sono d'accordo. Alcuni ricercatori ritengono che non vi sia stata una sufficiente discussione sulla questione da quando il Meghalayan è stato proposto per la prima volta come idea, in un documento accademico circa sei anni fa: se ne parlerà ancora.
Per il Meghalayan, il segno distintivo della grande siccità di 4.200 anni fa è testimoniato dalle variazioni nella concentrazione di isotopi di ossigeno (atomi di ossigeno con differente numero di neutroni) o isotopi, negli strati di stalagmiti della grotta Mawmluh, nello stato nord-orientale di Meghalaya, in India (da qui il nome). Mike Walker, geologo dell'Università del Galles (UK) ritiene che «la variazione isotopica dell'ossigeno riflette una diminuzione del 20-30% delle piogge monsoniche». Gli scienziati scettici affermano però che una nuova divisione geologica è prematura, perché non c'è ancora la certezza che le variazioni climatiche abbiano avuto una ricaduta mondiale.
Che fine ha fatto l'Antropocene? Al momento, con Antropocene indichiamo un breve lasso di tempo in cui l'impronta ecologica dell'umanità sul pianeta comincia a diventare evidente. Per Walker si potrebbe dire che inizia da "ieri", dal 1950: non ci sono però strati ecologici a segnare un confine temporale. Se mai ci saranno, bisognerà aspettare migliaia o decine di migliaia di anni per vederli e considerarli un'evidenza geologica.