L'Antartide è stato per lungo tempo e rimane ancora oggi uno dei luoghi più ostili alla presenza umana - in caso di emergenza, è quasi più facile evacuare dalla ISS. Molte aree del continente ghiacciato restano pressoché inesplorate, ma un nuovo progetto di mappatura del terreno e della sua calotta ghiacciata ne rivela anche i dettagli meno conosciuti. Si chiama Reference Elevation Model of Antarctica (REMA) ed è la mappa più dettagliata mai realizzata per questo deserto di ghiaccio: talmente precisa da risultare mappa del terreno a più alta risoluzione mai ottenuta per un continente.
Mai visto così. Se fino a ieri potevamo dire senza esagerazioni di aver mappato meglio la superficie di Marte di quella del Polo sud, oggi il continente polare è osservabile con una risoluzione che va da 2 a 8 metri al suolo: nelle mappe precedenti, la massima risoluzione arrivava a un chilometro o più, e di molte aree, come quelle costiere, non era possibile avere una mappatura perché la pendenza era troppo elevata.
Il successo della collaborazione guidata dalla Ohio State University si deve a una costellazione di satelliti polari che hanno osservato ogni regione antartica fino a 10 volte dal 2009 al 2017, lavorando soprattutto durante l'estate australe (da dicembre a marzo).


In evoluzione. La versione finale della mappa pesa 150 terabyte (150 mila gigabyte), ed è abbastanza accurata da permettere di programmare spedizioni scientifiche nelle aree più pericolose e inaccessibili del continente. Dotata di marcatori temporali e in continuo aggiornamento grazie ai dati satellitari, permette infatti di vedere come sta cambiando la copertura nevosa, di prevedere mutamenti nello scivolamento dei ghiacci, di studiare la portata dei fiumi e l'attività dei vulcani, di notare dove la calotta si assottiglia e dove si formano fratture che preannunciano il distacco di iceberg.


arrivano i rinforzi. Intanto, proprio per studiare lo spessore dei ghiacci la NASA invierà nello Spazio, il 15 settembre, l'Ice, Cloud, and land Elevation Satellite-2 (ICESat-2), il successore di ICEsat che ha terminato la missione nel 2009. Il satellite studierà spessore e variazione dei ghiacci in luoghi come Antartide e Groenlandia, monitorandone i cambiamenti stagionali con una precisione e un dettaglio fino al mezzo centimetro. Ciò permetterà, per esempio, modelli più accurati degli scambi di calore tra circolazione oceanica e atmosferica.








