Il nostro pianeta è abitabile anche grazie al campo magnetico che lo circonda, che ci protegge dai venti solari e dalla radiazione cosmica.
Poco più di un anno fa, in un periodo di particolare attività del Sole, un brillamento solare ha temporaneamente compromesso la capacità dello scudo, producendo ciò che gli scienziati oggi definiscono un indebolimento transitorio. In quell'occasione la nostra magnetosfera è stata compressa dal vento solare, indebolita ("incrinata") in molti punti, e la radiazione cosmica ha potuto fare breccia.
Lo studio su ciò che è avvenuto è stato condotto da un gruppo di ricercatori che ha utilizzato i dati del rivelatore di muoni (particelle subatomiche) GRAPES-3 di Ooty (India) per analizzare il flusso e gli effetti degli eventi accaduti tra il 21 e il 25 giugno 2015, culminati nella massiccia pioggia di raggi cosmici che ha investito la Terra il 22 giugno 2015.


Una premessa. La magnetosfera viene regolarmente bombardata dai raggi cosmici, che viaggiano attraverso lo spazio a velocità prossime a quella della luce: sono particelle cariche molto potenti, per la gran parte fermate dal nostro scudo magnetico. Ma non in quell'occasione: ecco perché.
Il brillamento solare. Circa 40 ore prima dell'evento del 22 giugno una gigantesca nube di plasma è stata espulsa dalla corona solare e ha colpito la magnetosfera alla velocità di circa 2,5 milioni di chilometri all'ora (circa 700 km/sec). Il fenomeno ha causato diversi blackout dei segnali radio in molti Paesi, in particolare a elevate latitudini del Nord e Sud America, generando anche eccezionali aurore boreali. A parte questo, non furono subito chiare le conseguenze.
I ricercatori del Tata Institute of Fundamental Research (India), grazie a una serie di modelli elaborati sui dati di GRAPES-3, hanno scoperto che la magnetosfera subì una profonda trasformazione in alcuni punti, del tutto inaspettati e imprevedibili.
I modelli suggeriscono che l'impatto del vento solare fu così violento da causare una grave compressione della magnetosfera, che si ridusse da 11 volte il raggio della Terra a sole 4 volte. Lo scudo magnetico venne letteralmente riconfigurato, lasciando dei punti deboli che permisero alle radiazioni e ai raggi cosmici di scivolare dentro, fino a raggiungere la superficie terrestre.
Quanto è successo dimostra che il campo magnetico può mutare e indebolirsi, anche se in relazione a quell'evento si è trattato di un "cedimento" parziale e temporaneo. Certo è che adesso sappiamo con certezza che tali eventi possono verificarsi, anche se non possiamo dire nulla sulla frequenza e sull'intensità. Grazie a strumenti come il GRAPES, lo studio di questi fenomeno potrà però rivelare altri dettagli.