Il 3 ottobre 2016 la Stazione spaziale internazionale è transitata a 400 km di quota sopra all'uragano Matthew, il più potente ciclone caraibico dell'ultimo decennio, che dopo aver devastato Haiti - dove ha provocato la morte di almeno 22 persone - si sta ora dirigendo verso la costa orientale degli Usa.
Nell'occhio del ciclone. Il carico di distruzione portato dalla tempesta di categoria 4 (il penultimo grado di intensità), con venti fino a 230 km orari, è perfettamente visibile anche dalla Iss. Il filmato è stato qui accelerato di 4 volte. Con un diametro di centinaia di chilometri, l'uragano Matthew occupa da solo buona parte dell'inquadratura della telecamera, che riprende anche l'occhio, al centro, ossia un'area di relativa calma visibile dall'alto come priva di nuvole.
Il motore della tempesta. I potenti uragani come questi sono alimentati dalle alte temperature oceaniche e dalla presenza di venti deboli nell'alta atmosfera (che non riescono a sottrarre calore e umidità al sistema). In condizioni come queste, un ciclone tropicale può durare anche diversi giorni.