Scienze

Mangeremo locuste al posto della carne? Dalla UE arriva l'ok

Locuste, ma anche tarme, carne coltivata in provetta o stampata in 3D: le alternative sostenibili al tradizionale hamburger sono sempre di più.

Zuppa di grilli, cavallette e scarabei, spiedini di locusta, muffin al cioccolato con farina di grilli... Vorreste girare pagina? Be', fatevene una ragione: nel giro di qualche anno potrebbe essere uno dei menù offerti anche dal ristorante sotto casa. L'Unione Europea ha infatti recentemente autorizzato la commercializzazione delle locuste (Locusta migratoria) per uso alimentare umano: la locusta è il secondo insetto, dopo le tarme della farina (Tenebrio molitor), a finire sulle tavole degli europei.

Cosa dice la legge. Le locuste potranno essere immesse sul mercato sotto forma di farina o di prodotto congelato o essiccato, e potranno essere consumate come prodotto a sé o come ingrediente di altre preparazioni. La UE prevede un iter particolare per l'autorizzazione alla commercializzazione degli insetti ad uso alimentare: la licenza, dopo particolari e approfondite analisi, viene concessa a uno specifico produttore, che deve dimostrare di allevare gli animali in condizioni igienico sanitarie idonee, senza l'utilizzo di antibiotici o altri prodotti chimici.

Particolare attenzione viene prestata alla fase di trasformazione del prodotto, che deve arrivare sulle tavole in modo sicuro e conforme ai più alti standard internazionali per l'industria alimentare. Nel caso specifico l'autorizzazione è stata concessa a Fair Insects BV, società olandese specializzata nell'allevamento e nella trasformazione di insetti per uso alimentare umano e animale.

Si legge nell'autorizzazione: "Per quanto riguarda la locusta migratoria congelata o essiccata, le zampe e le ali devono essere rimosse per ridurre il rischio di stipsi, che potrebbe essere causata dall'ingestione delle grosse spine presenti sulle tibie degli insetti". 

Fa bene all'ambiente. L'utilizzo degli insetti come fonte proteica alternativa alla tradizionale carne di grandi animali è sostenuta e promossa da tutte le organizzazione internazionali, ONU in testa, per ridurre la pressione sull'ambiente derivante dall'allevamento intensivo di bovini e suini.

Uno studio dell'Università di Wageningen del 2010 ha messo a confronto le emissioni di CO2 e altri gas serra derivanti dall'allevamento animale: secondo i dati raccolti dagli scienziati gli insetti hanno un'impronta fino a 10 volte più bassa rispetto ai bovini a parità di massa commestibile. A questo vanno aggiunti i vantaggi derivanti dal minor consumo di suolo e di acqua.

Polpette coltivate. E se ci tenete alla sostenibilità di quel che mettete in tavola, ma gli insetti proprio non vi vanno giù, potete sempre orientarvi verso la carne coltivata. Impossible food, la startup californiana tra le prime a muoversi in questo settore, ha recentemente lanciato sul mercato americano le Impossible meatball, polpette vegane ottenute a partire da un mix di farine di legumi e proteine vegetali come la leghemoglobina, che, come l'emoglobina animale, è responsabile del colore rosso e del "sapore di carne" di questo prodotto.

 

I più tecnologici possono invece fare un salto a Londra, dove al White's dallo scorso 15 novembre viene servito un succulento hamburger stampato in 3D. La "carne" è ottenuta da un mix di proteine di soia, piselli, ceci, barbabietole e grasso di cocco che imita la carne di manzo.

26 novembre 2021 Rebecca Mantovani
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