Due anni di manutenzione, migliaia di controlli, centinaia di interventi. Ecco come è stato aggiustato, aggiornato e potenziato. E ora è pronto per una nuova caccia al Bosone di Higgs e alla materia oscura.

Dopo 24 mesi di stop e di lavori di manutenzione il Large Hadron Collider (Lhc) del CERN di Ginevra, l'acceleratore che ha permesso di trovare le evidenze sperimentali del bosone di Higgs, si sta preparando per ripartire per il secondo ciclo di operatività (in gergo run) che comincerà nel marzo 2015 e durerà 3 anni.

Che cosa è successo in questi due anni di stop? PErché è stato necessario un così lungo periodo di manuntenzione?

L'11 febbraio 2013, dopo 4 anni di lavoro, alcune clamorose scoperte e non pochi problemi, i tecnici del CERN di Ginevra avevano spento Lhc, il più grande acceleratore di particelle del mondo.

Il guasto fatale. Lo stop temporaneo era stato programmato fin dal 2008, quando gli scienziati che lavoravano sui progetti ATLAS e CMS furono costretti a fermarsi in seguito a un incidente accaduto subito dopo la sua prima accensione.

In quell'occasione l'acceleratore venne spento, aggiustato con una spesa di oltre 26 milioni di euro, e fatto ripartire a potenza dimezzata (7-8 TeV). Ne è valsa la pena, visto che si riuscì comunque ad avere la prova sperimentale dell'esistenza del bosone di Higgs. Ma era necessario, per poter far funzionare l'acceleratore a potenza piena, rivedere alcune parti dell'acceleratore di particelle e dell'enorme anello di 27 km di circonferenza che lo compone.

Super tagliando. L'intero impianto è stato sottoposto a sostanziali miglioramenti: sono stati sostituiti 10.000 connettori che collegano le diverse sezioni del collider e aggiunti 5.000 nuovi sistemi di isolamento. Buona parte del tempo è stato impiegato per condurre dei test sul corretto funzionamento di tutte le parti di LHC: 10.000 per verificare l'assenza di perdite lungo il circuito e altri 400.000 sulla parte elettrica. Tutti i magneti (1.232) presenti nel sistema sono controllati e 18 sono stati sostituiti.

Potenza quasi di regime. Le attività dell'Lhc riprenderanno con collisioni tra protoni a un'energia prossima a quella per cui l'acceleratore è stato progettato: a regime l'energia sarà di circa 13 TeV (Teraelettronvolt), non proprio i 14 TeV previsti dal progetto iniziale, ma certo più dei 7-8 TeV ai quali ha funzionato tra il 2010 e il 2012 a causa dell'incidente del 2008. E se a quell'energia abbiamo trovato il bosone di Higgs, chissà che cosa ci riserva la Natura a energie maggiori...

12 marzo 2015
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