Due notizie dal Cern, una buffa, e una seria: forse la prossima tappa - due fasci circolanti in tutto l'anello - sarà raggiunta con una settimana d'anticipo.
Paola Catapano dalla sala controllo dell'Lhc per Focus.it, 10 novembre 2009
Quella buffa è ovviamente molto più conosciuta (anche se pochi conoscono i retroscena), perché è finita sui giornali di tutto il mondo: il 3 novembre, l'impianto di criogenia nel settore 8-1 si è fermato inaspettatamente. La causa? Un corto circuito provocato da un pezzo di pane (15 centimetri) lasciato cadere da un volatile infreddolito che si era infilato in uno degli impianti di raffreddamento in superficie, esattamente nel punto 8 dell'Lhc.
Il fatto è curioso, ma è tecnicamente banale: è risolvibile in 10 minuti ed è già accaduto molte altre volte al Cern e in altri acceleratori di grandi dimensioni.
Esagerazione mediatica
Questa volta, però - e qui arriva il retroscena -, la notizia dell'incidente è giunta come anedotto divertente all'orecchio di Nico Hines, un giornalista del Times di Londra.
Da quel momento, con grande stupore degli scienziati, la "notizia" è rimbalzata sulle principali testate di tutto il mondo. Tutto il mondo parlava della briciola che ha bloccato il Cern. Ma in modo non corretto.
La Natura contro il Cern
E qualcuno è perfino andato a rispolverare le idee dei fisici Holger Bech Nielsen, dell’Istituto Niels Bohr di Copenhagen, e Masao Ninomiya, dell’Istituto Yukawa di fisica teorica di Kyoto, secondo le quali la natura aborrirebbe il bosone di Higgs, al punto da impedirne la creazione: secondo questo presunto principio, in tutti gli acceleratori che cercano il bosone avverrà sempre qualche incidente a impedire che ciò avvenga.
I test proseguono
Ovviamente i fisici del Cern non la pensano così, e qui arriva la seconda notizia, quella seria. Mentre i quotidiani disquisivano sul pezzo di pane nell'acceleratore, i tecnici proseguivano i loro test, iniettando fasci di protoni in due nuovi settori, il 7-6 e il 6-5.
I protoni sono entrati pure nel CMS, il grande rivelatore (anche lui cercherà il bosone di Higgs) frutto di una collaborazione di 2500 fisici appartenenti a oltre 80 paesi del mondo. E i risultati sono stati così incoraggianti che forse la prossima tappa - due fasci circolanti in tutto l'anello - sarà raggiunta con una settimana d'anticipo.
Al momento, dunque, a Ginevra si guarda al futuro con ottimismo.
Paola Catapano lavora al Cern di Ginevra nell'ufficio comunicazione, a stretto contatto con gli scienziati che lavorano con l'Lhc e ne analizzano i risultati. Grazie a lei e ai suoi articoli, Focus.it vi aggiornerà nei prossimi mesi sugli esperimenti dell'Lhc.
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