Gli agenti russi accusati di spionaggio utilizzavano diverse tecniche informatiche per scambiarsi messaggi cifrati: computer modificati, connessioni wi-fi protette e soprattutto immagini che in realtà contenevano informazioni segrete.
“Gli agenti segreti inviati da Mosca utilizzavano immagini su siti web pubblici per scambiarsi messaggi segreti”
Tecnica datata – La modalità utilizzata dalle spie russe è la steganografia: un’arcaica ma efficace tecnica, inventata nell’antica Grecia, che consiste nell’occultare i messaggi all’interno di una comunicazione, utilizzando una chiave di lettura per poterli decifrare. Esistono diversi esempi storici e pratici dell’utilizzo di questa tecnica, ad esempio è facile nascondere un messaggio all’interno di un normale testo, scegliendo una chiave come la seconda lettera di ogni frase. Il testo senza apparente senso logico e lessicale: “i dj hanno occhi ok, perché essi accigliano dei timpani, onde berne addietro, rintuzzando accidenti, polli, allevatori, rane”, diventa in realtà… “jack esce in edicola”.
Immagini in jpeg – Gli agenti segreti occultavano invece i propri messaggi all’interno delle immagini, che pubblicavano poi su dei normali siti web, pubblici, così da non destare alcun sospetto. In un rapporto dell’FBI del 2004, viene dettagliatamente spiegato come la tecnologia possa sfruttare appieno questa antica tecnica, soprattutto in ambito grafico: cambiando alcuni parametri informatici, come i colori RGB di un file di immagine, è possibile celare, all’interno di un canonico paesaggio del Washington Mall della Capitale USA, la mappa di un aereoporto in Vermont. Le variazioni sono invisibili a occhio nudo ma, utilizzando la giusta chiave di lettura, si può leggere il messaggio che è nascosto all’interno. Secondo le autorità americane, le spie russe riuscivano così a nascondere le loro comunicazioni segrete alla luce del sole, pubblicando le immagini sui siti internet e sui social network.
Software in commercio – Agli occhi dei superiori in Russia, le fotografie “raccontavano” di armamenti atomici di precisione e dei contatti degli agenti del Cremlino con i potenti d’America. La scoperta dell’utilizzo da parte dei russi di questa tecnica è datata addirittura 5 anni fa, quando l’Fbi ha trovato in casa di uno dei sospetti delle memorie e un disco fisso protetti da password, ma siglati con “ALT-CONTROL-E”: una volta che gli agenti dell’FBI sono riusciti a scoprire la chiave per leggerli, all’interno hanno trovato un programma di crittografia utilizzato dall’agente di Mosca per nascondere i messaggi in quelle che sembravano delle normali foto ricordo.
Ecco l’immagine di Washington che nasconde la mappa dell’aereoporto.