Scienze

Le scoperte scientifiche più importanti del 2017

La nascita di una nuova stella e - allo stesso tempo - di una nuova astronomia; i progressi nell'editing genetico e nella comprensione delle prime migrazioni umane; le imprese eroiche delle sonde e la caccia a nuove Terre. La scienza è meravigliosa, e anche quest'anno ne abbiamo avuto prova.

Ogni piccola scoperta scientifica è un passo avanti nella comprensione dell'Universo. Ma in tempo di bilanci di fine anno, ce ne sono alcune che ricorderemo più di altre, e il 2017 - segnato dal boom delle fake news e dei tentativi di screditare la scienza - è stato particolarmente ricco di risultati importanti. Eccone alcuni tra i più significativi, per rinfrescarci la memoria.

nuovi occhi sul cosmo. Il 2017 sarà ricordato come l'anno della svolta nelle osservazioni celesti. Il 17 agosto gli astrofisici di tutto il mondo hanno assistito "in diretta" alla collisione tra due stelle di neutroni, un evento preannunciato dalle onde gravitazionali - la perturbazione dello spazio-tempo captata dagli interferometri di LIGO e Virgo - e poi rilevato in ogni forma possibile: sotto forma di lampi gamma, nella luce visibile, all'infrarosso e negli ultravioletti, ai raggi X e attraverso onde radio.

La storica osservazione ha segnato l'inizio di una nuova astronomia, detta multi-messaggero perché studia in contemporanea tutte le informazioni fisiche disponibili, in uno sforzo condiviso e partecipato, che permette una verifica precisa degli oggetti studiati. Per fare un paragone cinematografico, è come se fossimo passati da un film muto a un colossal con una colonna sonora d'autore, e con una decina di anni di anticipo. Non a caso le collaborazioni internazionali che studiano le onde gravitazionali hanno ottenuto il Premio Nobel per la Fisica.

i chirurghi dell'invisibile. Mai come negli ultimi 12 mesi abbiamo assistito all'espansione degli strumenti di editing genetico, per eseguire riparazioni "chirurgiche" di DNA e RNA. L'ormai nota e rivoluzionaria tecnica CRISPR/Cas9 è passata alla sperimentazione sull'uomo, in approcci inediti per prevenire o trattare tumori o lenire i sintomi di rare malattie genetiche.

Un altro tipo di bisturi molecolare chiamato nucleasi a dita di zinco è stato utilizzato anche "in diretta" nel corpo di un paziente affetto da una sindrome genetica ereditaria: lo strumento ha permesso di intervenire sul suo DNA come se un micro-chirurgo fosse stato inviato in loco, e favorire la produzione di un enzima necessario al metabolismo.

La "scatola degli attrezzi" dell'editing genetico si è allargata, con nuove tecniche che consentono di intervenire in modo ancora più mirato su DNA e RNA, senza tagliare la doppia elica, ma ridisponendo gli atomi delle basi azotate che li compongono. È la differenza che passa tra usare un machete per togliere una verruca, o ricorrere a un laser.

La CRISPR è stata anche utilizzata per studiare le fasi iniziali di sviluppo dell'embrione umano (la prima volta, in Europa) e indagare le ragioni degli aborti precoci.

Infine c'è chi vi ha fatto ricorso per trasformare i microbi in banche dati viventi, capaci di trasmettere le informazioni acquisite alle generazioni successive.

In ambito medico, inoltre, non va dimenticata la costruzione di uno dei primi sistemi di utero artificiale: alcuni feti di agnello prematuri si sono sviluppati al suo interno per quattro settimane, sopravvivendo senza particolari complicazioni.

La sezione della Piramide di Cheope con la posizione dell'area vuota trovata grazie ai muoni.

Novità dal passato. In un connubio sempre meno raro tra fisica delle particelle e archeologia, i muoni, cioè le particelle che si formano quando i raggi cosmici ad alta energia colpiscono l'atmosfera, sono serviti a individuare due camere nascoste nella Piramide di Cheope. Una di queste è troppo grande per essere stata creata senza uno scopo preciso.

Gli appassionati di civiltà del passato hanno anche seguito le scoperte degli ultimi tesori del relitto di Antikythera, e sulla fine della civiltà dell'Isola di Pasqua: gli abitanti di Rapa Nui non si sarebbero estinti per lo sfruttamento sconsiderato delle risorse ambientali, ma per una verità per noi più scomoda.

Il 2017 ha visto anche un intero filone di ricerche mettere in discussione i tempi e le modalità di uscita dall'Africa dei nostri antenati sapiens, che potrebbero aver iniziato incursioni fuori dalla culla dell'umanità 60 mila anni prima del previsto.

Un nuovo fossile umano di 300 mila anni fa rinvenuto in Marocco toglierebbe all'Africa orientale il primato di unico luogo di nascita della nostra specie.

Segnali ambientali. Nell'anno in cui l'amministrazione Trump ha deciso per l'uscita degli USA dagli accordi di Parigi, abbiamo assistito al distacco di un super icerberg di 6000 km quadrati dalla piattaforma antartica Larsen C: un fenomeno naturale - quello del calving dalle piattaforme glaciali - avvenuto però con modalità sorprendenti e del quale si sta ora studiando il rapporto con il global warming.

Il riscaldamento globale non ha direttamente causato l'ablazione, ma potrebbe averla in qualche modo "accelerata".

Le scoperte in tema ecologico non sono state all'insegna dell'ottimismo: nell'anno dei grandi uragani e dell'onnipresente inquinamento da plastica - persino nell'acqua del rubinetto! - siamo però riusciti a trovare una larva ghiotta di polietilene e a bandire per 16 anni almeno la pesca commerciale nell'Artico centrale. Da qualche parte bisognerà iniziare.

Il limitare di A68, l'iceberg di mille miliardi di tonnellate di peso staccatosi da Larsen C. © NASA/Nathan Kurtz

Sorprese animali. Gli amanti degli animali hanno appreso quest'anno chi è più intelligente tra cane e gatto (almeno stando alla quantità di neuroni), e quanto arrivano a mangiare, complessivamente, i ragni: 800 milioni di tonnellate di insetti all'anno, due volte il peso degli animali che tutti gli esseri umani consumano in 12 mesi!

Anche scimmie e api ci hanno stupito in quanto ad acume: le prime sanno capire quando ci sbagliamo, e le seconde riconoscono lo zero.

Visitatori (e pianeti) alieni. Non abbiamo ancora trovato E.T., ma un asteroide extrasolare è venuto a farci visita. Lo strano oggetto dalla forma allungata, ribattezzato Oumuamua, è il primo oggetto mai osservato proveniente dall'esterno del Sistema Solare, e vi stiamo cercando segni di tecnologia artificiale - per ora, senza grande successo.

In quanto a pianeti extrasolari, è stato un anno ricchissimo: a febbraio, a 40 anni luce dalla Terra, sono stati individuati 7 piccoli esopianeti rocciosi attorno alla stella Trappist-1, una nana rossa ultrafredda. Se su alcuni di essi potrebbero esserci le condizioni adatte alla vita, le radiazioni del loro sole rischiano però di renderla impossibile.

Kepler ha continuato egregiamente la sua missione di cacciatore di nuove Terre, trovando anche il primo sistema planetario gemello di quello solare, con ben 8 esopianeti.

Intanto la stella di Tabby ha nuovamente e più volte richiamato l'attenzione per il suo misterioso comportamento, anche se all'ipotesi della megastruttura aliena se ne preferiscono altre, scientificamente più plausibili.

L'ultima immagine di Saturno di Cassini, prima che la sonda venisse fatta precipitare sul pianeta degli anelli. Ingrandisci l'immagine © NASA

Cassini & Juno. In generale, le ricerche di esopianeti quest'anno si sono concentrate attorno alle meno brillanti e più fredde stelle nane rosse. Per quanto riguarda lo Spazio "vicino", invece, tutti gli ingredienti chimici per sostenere la vita sono stati trovati sulla luna di Saturno Encelado (anche se questo non significa che effettivamente ci sia).

Questo è stato anche l'anno in cui abbiamo imparato a conoscere meglio Giove, grazie alle rivelazioni della missione Juno; e quello dell'eclissi solare del secolo, per gli abitanti degli Stati Uniti (un'occasione irripetibile per studiare la nostra stella).

Ma soprattutto questo è stato l'anno del saluto a Cassini, la sonda della Nasa, ESA e Asi che ha gloriosamente terminato la sua missione lo scorso settembre.

Il 2017 verrà poi ricordato come un'anno chiave per l'esplorazione spaziale: per la prima volta sono stati utilizzati razzi e navicelle di seconda mano, già impiegati in precedenti missioni e poi riciclati. Il ricorso a materiali "ricondizionati" anche in questo settore è una tappa fondamentale nella riduzione dei costi per raggiungere lo spazio.

Allievi ribelli. Trovare un'altra casa planetaria ci servirà, se nei prossimi mesi i progressi dell'intelligenza artificiale continueranno spediti come è stato nel 2017.

Nell'ultimo anno abbiamo assistito a conversazioni autonome e incomprensibili tra i bot di Facebook, e siamo stati battuti a Go - ancora - da un sistema di apprendimento automatico del tutto autodidatta. Che cosa ci riservano i prossimi 12 mesi? Qualunque cosa sia, speriamo che venga in pace...

19 dicembre 2017 Elisabetta Intini
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