Un 57enne americano si è inventato un business ecologico: usando dei rifiuti di plastica, crea delle isole galleggianti che contribuiscono a migliorare l’ambiente, puliscono l’acqua e incrementano l’habitat per pesci e altre specie indigene.
“Una buona idea che si trasforma in business: incrementare il verde copiando la natura”
Isole di pattume – La compagnia si chiama Floating Island International ed è uno dei nuovi eco-business del millennio: il signor Bruce Kania, dopo varie esperienze di lavoro, ha pensato che poteva contribuire, in maniera profittevole, a migliorare l’ambiente aiutando a smaltire i quintali di plastica che si producono ogni giorno sul pianeta. In poche parole i rifiuti vengono utilizzati come base per le isole galleggianti, su cui vengono posizionate terra e piante.
Fatte a mano – Le isole sono costruite su misura per lo specchio d’acqua, naturale o artificiale, dove vanno posizionate. Molti dei prodotti sono visibili in Nuova Zelanda, Sud Africa, Cina e Canada, oltre che in America. La plastica ha in genere un alto potenziale di galleggiamento, per cui è un ottimo materiale per costituire la struttura dell’isola. Su cui viene poi immessa la terra e vengono posizionate piante acquatiche dalle lunghe radici.
La quadratura del cerchio? - L’habitat che viene creato dall’uomo contribuisce a far crescere gli animali marini: i pesci depositano le uova e i loro piccoli vivono tra le radici, crescendo protetti come in natura avviene tra le radici delle mangrovie. In più le piante acquatiche contribuiscono a ripulire l’acqua dagli inquinanti chimici, agendo come dei filtri naturali. Inoltre l’ambiente che si crea è utile per regolare le emissioni di anidride carbonica nella zona ed è anche un panorama piacevole da vedere.