Scienze

Le difficoltà della vita sulla Terra

Identificato con precisione un nuovo evento di estinzione di massa, che si aggiunge a quelli già noti: si portò via un terzo di tutte le forme di vita.

Quante sono state le estinzioni di massa della vita sulla Terra? Fino a un anno fa si pensava fossero state 5, ma uno di questi eventi, collocato alla fine del periodo geologico Devoniano, circa 375 milioni di anni fa, è stato declassificato da estinzione a lento declino delle specie, avvenuto nell'arco di 50 milioni di anni. Troppo tempo per essere un'estinzione vera e propria.

 

Ma, come si dice, morta un'estinzione se ne fa un'altra: un evento che si verificò circa 233 milioni di anni fa (il periodo del passaggio tra il Ladinico e il Carnico) sconvolse gli ecosistemi globali con una tale violenza da incidere profondamente sullo sviluppo della vita.

Lo studio è stato condotto da un team internazionale di ricercatori coordinati da Jacopo Dal Corso (China University of Geosciences, Wuhan, Cina) - al lavoro hanno collaborato anche ricercatori delle università di Padova e di Ferrara, del CNR e del MUSE. Lo studio su questo evento di estinzione, chiamato Episodio Pluviale Carnico, è pubblicato su Science Advances.

 

Sulla base di prove geologiche e paleontologiche raccolte in decenni di rilievi sul campo, i ricercatori hanno dimostrato come imponenti eruzioni vulcaniche nelle Wrangell Mountains, in Alaska, abbiano innescato un'estizione su scala planetaria. «Nel Carnico vi fu un'enorme eruzione che produsse un milione di chilometri cubi di magma», racconta Andrea Marzoli (Università di Padova), «e iniettò in atmosfera enormi quantità di gas serra che portarono a un riscaldamento globale

 

L'Episodio Pluviale Carnico è un punto di svolta per la vita.
L'Episodio Pluviale Carnico è un punto di svolta per la vita: dopo quell'evento, molte nuove specie apparvero e si diversificarono, originando una varietà di nuovi ecosistemi. © Davide Bonadonna / MUSE

Dalla morte alla nuova vita. Questa fase di riscaldamento globale portò a forte aumento delle precipitazioni - da qui il riferimento al periodo "pluviale" nel nome dato all'evento di estinzione: un periodo che durò circa 1 milione di anni. Quasi un battito di ciglia dal punto di vista geologico, ma significativo per la vita - e infatti l'improvviso cambiamento climatico causò una grave perdita di biodiversità negli oceani (dove scomparve il 33 per cento delle specie) e sulle terre emerse, tanto da poter essere catalogata dai ricercatori come una tra le più profonde fasi di estinzione nell'intera storia della vita.

Nel periodo immediatamente successivo, però, nuovi gruppi fecero la loro comparsa o si diversificarono rapidamente, come ad esempio i dinosauri, dando origine a nuovi ecosistemi. «Molti gruppi di piante e animali si diversificarono in quel periodo», sottolinea Jacopo dal Corso: «le prime tartarughe, i coccodrilli, le lucertole, i primi mammiferi e le prime moderne foreste di conifere

...»

 

L'Episodio Pluviale Carnico ebbe un profondo impatto anche sulla vita marina e per la chimica degli oceani, e questo «è ben documentato nelle Dolomiti», aggiunge Piero Gianolla (Università di Ferrara), «dove la crisi del periodo Carnico è visibile in modo spettacolare nella morfologia del paesaggio, con le celebri pareti di dolomia interrotte da rocce poco resistenti, che si sono deposte proprio durante questo evento, quando gli ecosistemi collassarono».

27 settembre 2020 Luigi Bignami
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