Il Giappone, come l’Italia, è un paese popolato in prevalenza da anziani: un quarto della popolazione nipponica ha oggi più di 65 anni. Ad accudire questo sempre crescente numero di individui nella terza età, in futuro ci penseranno i robot.
“Il progressivo invecchiamento della popolazione nipponica apre scenari da fantascienza”
Anche noi sempre più vecchi – Anche in Italia gli ultrasessantacinquenni sono tra i cittadini più numerosi e cresceranno molto in futuro: stando alle previsioni demografiche nazionali dell’Istat il rapporto tra anziani con più di 65 anni e popolazione complessiva passerà da 1 ogni 5 del 2005 a 1 ogni 4 nel 2030. Per questo l’immigrazione di badanti da altri paesi è una curva che punta verso l’alto, nel futuro della nostra Penisola.
Difficile in Giappone – Lo stesso discorso non vale per il Giappone: innanzitutto il Paese del Sol Levante è da sempre una società chiusa, una nazione storicamente isolata (un arcipelago) e non è un paese soggetto a immigrazione. Per motivi culturali e anche linguistici c'è carenza di infermieri e gli immigrati possono lavorare negli ospedali giapponesi per un periodo massimo di tre anni, ma solo dopo aver sostenuto alcuni esami di lingua e di scrittura per interpretare e compliare le complesse cartelle mediche espresse in ideogrammi. Quasi il 100% di chi si sottopone a questi difficili esami viene bocciato, come indica un video reportage della BBC.
Il futuro saranno i Robot – Le previsioni nipponiche prospettano che circa metà della futura popolazione giapponese avrà bisogno di cure mediche e supporto in casa, a fronte di un sempre minor numero di individui giovani e in età da lavoro. Dato che l’immigrazione non è una valvola di sfogo per il previsto fenomeno demografico in Giappone, sempre più studiosi, scienziati e intellettuali vedono nelle macchine e nei robot l'unica soluzione per poter fornire ai cittadini anziani i servizi di cui avranno bisogno.