Come ogni anno, anche questo insolito 2020 si conclude con la pubblicazione da parte della rivista scientifica Nature delle 10 scoperte più importanti degli ultimi dodici mesi. Tra gli studi citati, spazio alla fisica e alla medicina, con uno studio dedicato alla covid, ma anche all'archeologia, alla biologia e all'ambiente, con una buona notizia che riguarda la situazione del buco dell'ozono.
Materia e antimateria. Uno degli studi più complessi inserito nella Top 10 di Nature fornisce una possibile spiegazione alla prevalenza, nell'universo, della materia sull'antimateria: secondo quanto scoperto da un team di 500 fisici di 12 Paesi, conosciuto come Collaborazione T2K (Tokai to Kamioka), i responsabili di questa asimmetria sarebbero i neutrini, particelle subatomiche che, a causa di complesse oscillazioni, prevalgono sul loro corrispettivo antimaterico, gli antineutrini.
Lampi radio. Sempre nell'ambito della fisica, una delle scoperte più importanti del 2020 (The CHIME/FRB Collaboration, Bochenek et al., Lin et al.) riguarda i cosiddetti lampi radio veloci (fast radio burst, FRB), ovvero degli impulsi radio transitori ad alta energia, di cui si è scoperta l'origine: un oggetto nella nostra galassia, la Via Lattea. È la prima volta che viene identificata l'origine di un FRB in una "magnetar" (dall'inglese magnetic + star, stella magnetica), una stella di neutroni in grado di produrre enormi emissioni elettromagnetiche, distante "appena" (in termini astronomici) 30.000 anni luce da noi.
Buco dell'ozono. Avvicinandoci alla Terra ma senza toccare il suolo, ecco uno studio che riguarda molto da vicino la nostra salute: la situazione del buco dell'ozono. Erano gli anni Ottanta del secolo scorso quando si iniziò a parlarne per la prima volta: per prevenire ulteriori danni allo strato di ozono, fondamentale per schermare i raggi UVA, nel 1987 venne varato il protocollo di Montreal, volto a ridurre la produzione e l'utilizzo dei gas dannosi, in particolare i clorofluorocarburi. Lo studio citato da Nature è il primo ad attribuire i segni di miglioramento dell'ozonosfera agli effetti delle regole del protocollo di Montreal.
La mappa degli alberi. Tocchiamo terra con uno studio che, grazie alle immagini ad alta risoluzione restituite da alcuni satelliti, è riuscito per la prima volta a mappare circa 1,8 miliardi di alberi in oltre 1,3 milioni di chilometri quadrati, nelle regioni africane del Sahara occidentale e del Sahel. I risultati fanno pensare che presto sarà possibile, con le dovute limitazioni, mappare la posizione e la dimensione di ogni albero sulla superficie terrestre.
Mosche schizzinose. Cosa rende un animale selettivo (ovvero specialista) nella scelta di una risorsa alimentare? È la domanda a cui risponde uno studio pubblicato lo scorso marzo, che tramite la tecnologia di editing genetico CRISPR-cas9 (che è valsa il premio Nobel per la chimica alle sue scopritrici) è riuscita a comprendere come mai la Drosophila sechellia, una specie di mosca della frutta, si nutre solo del puzzolente frutto del noni (Morinda citrifolia).
La "colpa" di questa schizzinosità sarebbe di alcune mutazioni genetiche e neurali, a dimostrazione che il cervello può evolversi fino a plasmare comportamenti complessi.
Relazioni pericolose. Non solo animali, galassie e natura, ma anche la storia dell'uomo: uno dei dieci studi citati da Nature riguarda la scoperta di un incesto inaspettato, avvenuto circa 5000 anni fa tra un fratello e una sorella, o tra un genitore e un figlio. L'unione incestuosa riguarderebbe una famiglia dell'èlite irlandese dell'epoca, sepolta nel monumento preistorico di Newgrange, in Irlanda: secondo i ricercatori, i motivi dell'incesto potrebbero risiedere nel tentativo della famiglia di mantenere la linea di sangue dinastica.
Visioni atomiche. Nell'ambito del microscopico, il 2020 ha visto la pubblicazione di due studi (Yip et al. e Nakane et al.) che riportano le immagini più nitide mai ottenute grazie alla microscopia crioelettronica, una tecnica che ha permesso di identificare con chiarezza i singoli atomi all'interno delle proteine. Ulteriori sviluppi di questa tecnologia permetteranno ai ricercatori di comprendere ancora più a fondo il funzionamento delle proteine, con implicazioni importantissime per la nostra salute e per la scoperta di nuove cure.
HIV... Infine due scoperte in ambito medico: la prima riguarda il virus dell'HIV, e più precisamente i trattamenti che mirano a sconfiggere le particelle virali latenti, nascoste in cellule "serbatoio". Sono due gli studi (Nixon et al. e McBrien et al.) che si sono concentrati sull'utilizzo del metodo "shock and kill", stimolando l'espressione genica del virus (ovvero rendendolo "visibile") e permettendo così al sistema immunitario di eliminare le cellule infette.
... e sars-cov-2. La seconda riguarda la covid: due studi pubblicati su Science (Zhang et al. e Bastard et al.) gettano luce su un fattore che determina la gravità della malattia: la mancanza di interferone di tipo I. Gli interferoni sono un gruppo di proteine prodotte dalle cellule per combattere un virus, la cui carenza potrebbe essere dovuta a mutazioni genetiche ereditarie o allo sviluppo di anticorpi che si legano agli interferoni e li "neutralizzano". Questa insufficienza, che può essere bilanciata con l'aiuto di terapie integrative, porta a una replica incontrollata delle particelle virali di SARS-CoV-2, il coronavirus che causa la covid, che si diffonde nell'organismo del paziente infetto e può portare a forme gravi della malattia.