Le condizioni geologiche della giovane Terra hanno dato avvio alla vita, con un processo chimico che era inevitabile come il lampo durante un temporale. Secondo la nuova ipotesi di due scienziati statunitensi.
Cosa hanno in comune questi fulmini con l'apparizione della vita sulla Terra? Che entrambi sono fenomeni inevitabili. |
Scaturita da alcune condizioni geologiche, che hanno dato avvio a un particolare processo chimico, sviluppatosi quando il nostro pianeta era ancora molto giovane.
Processi indispensabili
L’ipotesi del biologo Harold Morowitz della George Mason University in Virginia, e del fisico Eric Smith del Santa Fe Institute, del New Messico, è che le molecole di idrogeno, abbondanti allora nell’atmosfera –adesso quasi del tutto assenti – reagendo con l’anidride carbonica, diffusa delle continue eruttazioni vulcaniche, abbiano potuto produrre molecole organiche, che possono essere considerate i precursori dei primitivi sistemi di vita.
Il processo chimico, descritto dai due ricercatori, sarebbe simile al metabolismo, anche se è avvenuto in maniera inversa. Il nostro metabolismo grazie a una serie di reazioni biochimiche trasforma i componenti organici del cibo, in anidride carbonica. Mentre nella giovane Terra proprio dall’anidride carbonica, sarebbero scaturire le prime forme di vita. Poi il processo biochimico dall’ambiente si è trasferito all’interno delle cellule stesse per creare un flusso energetico più efficiente.
Un'ipotesi esportabile
Pur non avendo ancora alcun fondamento scientifico, il modello incuriosisce diversi scienziati per le possibilità che apre nei confronti di eventuali forme di vita su altri pianeti.
Secondo questa ipotesi, infatti, il sistema chimico potrebbe verificarsi su qualsiasi pianeta, purché riscaldato dal sole e vi si trovi un ambiente umido. Le prime molecole di idrogeno sarebbero state formate proprio dalla reazione tra acqua di mare e il ferro disciolto che si trovava abbondante sulla Terra "primitiva".
E, nonostante le grandi estinzioni di esseri viventi che si sono verificate nel passaggio tra le diverse ere geologiche, per Morowitz e Smith, la vita in se stessa non potrà mai scomparire. Proprio perché è un meccanismo indispensabile, data la composizione chimica del nostro pianeta, nel momento in cui si creino le giuste condizioni.
(Notizia aggiornata al 15 novembre 2006)