Quando è comparsa la vita sulla terra? Finora diverse teorie indicavano la data di circa 2 miliardi di anni fa, ma uno studio della Washington University, i cui risultati sono stati pubblicati su Nature, sposta le lancette indietro di un miliardo di anni. La scoperta è stata possibile attraverso le analisi di alcune rocce antichissime, che dimostrerebbero che in tempi insospettabili sarebbero potuti esistere dei microrganismi capaci di catturare l'azoto nell'aria, per trasformalo in molecole essenziali per la vita.
NON SOLO OSSIGENO. La vita, almeno per alcuni microbi o microrganismi estremofili, può esistere anche senza ossigeno, ma senza la presenza abbondante di azoto necessaria per costruire i geni – essenziali per i virus, batteri e tutti gli altri organismi – la vita sulla Terra primordiale sarebbe stata molto scarsa se non impossibile.
Si tratta infatti del quarto elemento più comune nel corpo umano, dove è il tassello di alcune molecole organiche fondamentali: oltre al DNA e fondamentale nelle proteine. Nell'atmosfera è presente in forma biatomica (N2) e nonostante sia il gas più diffuso (78%), per la stragrande maggioranza degli esseri viventi non è direttamente assimilabile. A convertilo in forme chimicamente utili ci pensano per esempio gli agenti fissatori, tutta quella serie di organismi che sequestrano l'azoto dell'aria e lo trasformano in ammoniaca (facendolo così arrivare alle piante e poi lungo il resto della catena alimentare).
LA SCOPERTA. Finora, come detto, si è pensato che l’azoto abbia potuto sostenere la vita terrestre solo a partire da 2 miliardi di anni fa, ma di recente un gruppo di ricercatori ha esaminato 52 campioni di roccia provenienti dall'Australia e del Sud Africa. Si tratta delle rocce più antiche e meglio conservate di cui si abbia conoscenza: si sono sedimentate sul margine continentale in un periodo compreso tra i 2,7 e i 3,2 miliardi di anni fa, molto prima che nell'atmosfera facesse la sua comparsa l'ossigeno, ovvero circa 2,3-2,4 miliardi di anni orsono.
La ricerca ha rivelato che anche nei sedimenti che hanno superato i 3 miliardi di anni di età ci sono tracce di azoto compatibili con il processo di azotofissazione di molti organismi unicellulari. Detto in modo semplice: le analisi in laboratorio, condotte confrontando gli isotopi dell'azoto, hanno certificato che le "impronte" lasciate nella roccia non corrispondono a reazioni chimiche che possono avvenire in assenza di vita.
ENZIMA AL MOLIBDENO. I dati raccolti portano a supporre che nel processo chimico fosse coinvolto il molibdeno, un metallo presente nella nitrogenasi, un enzima batterico che serve nel processo di azotofissazione.
Fino a questo momento si pensava che i primi organismi dotati di enzimi capaci di fissare l'azoto atmosferico fossero comparsi sulla Terra in un arco di tempo compreso tra 2,2 e 1,5 miliardi di anni fa.
Roger Buick, uno dei co-autori della ricerca, ha spiegato che nonostante sia impossibile avere informazioni certe sulle prime forme di vita, questa scoperta «fornisce una prova indiretta che alcuni microbi potrebbero aver abbandonato l'oceano per vivere in uno strato melmoso sulle rocce, 3,2 miliardi anni fa o anche prima».