Il contesto in cui viviamo influisce su molti aspetti della nostra biologia, dal sonno alla memoria, dalla capacità di attenzione al senso dell'orientamento. Ha effetti anche sulle capacità visive? Il tema è al centro di un interessante articolo pubblicato su BBC Future.
I precedenti. Già agli inizi del '900 l'antropologo britannico William Rivers aveva notato che alcune isolate popolazioni delle isole dello Stretto di Torres, tra Australia e Papua Nuova Guinea, sembravano insensibili all'illusione ottica di Muller-Lyer. Potete sperimentarla voi stessi qui sotto. Quale dei due segmenti vi sembra più lungo?
Viziati dal contesto. Sono identici, ma la maggior parte degli occidentali che vede per la prima volta questa figura ritiene che quello in basso, con le "punte di freccia" rivolte all'esterno, sia più lungo del 20%. L'effetto potrebbe dipendere dal fatto che nelle nostre case, gli angoli che sembrano puntare verso l'esterno appartengono ad oggetti distanti (come una parete in fondo alla stanza), mentre quelli che puntano all'interno indicano oggetti vicini (il tavolo davanti a voi). In popolazioni che vivono all'aria aperta, a contatto con la natura, l'illusione risulterebbe meno marcata.
La vista degli Himba. Un'altra peculiare differenza nel modo di vedere la realtà è stata osservata negli Himba, una popolazione nomade della Namibia. Jules Davidoff, della Goldsmith’s University di Londra, ha studiato da vicino queste popolazioni, sia nel contesto tribale sia in un nucleo cittadino (Opuwo, 12 mila abitanti) che rappresenta il loro più vicino contatto con la modernità.
Gli Himba dei villaggi seguono ancora uno stile di vita vicino a quello del Neolitico e si spostano con capre e pecore in base alle stagioni. Queste popolazioni, messe davanti a una figura, ne colgono più facilmente i particolari senza farsi distrarre dal contesto (per questo motivo sono poco sensibili all'illusione che vedete qui sotto).
Attenti ai dettagli. Se messi davanti a un quadrato fatto di croci, tenderanno a notare maggiormente le singole croci che compono il quadrato, rispetto alla figura più grande (il quadrato). Questa capacità di non lasciarsi distrarre dagli elementi esterni della scena dipende forse dalla necessità di contare continuamente il bestiame, e riconoscere le macchie sul pelo di ciascun animale.
In stato di allerta. Anche la lontananza dalla città gioca un ruolo fondamentale: chi vive in contesti urbani ha bisogno di prestare attenzione alla scena più ampia, perché costretto a vivere in uno stato di continua allerta. Al contrario, più tempo un Himba trascorre in città - ad Opuwo, nella fattispecie - più il suo modo di vedere perde le caratteristiche notate nei nuclei isolati.