Neuropsicologi della Durham University affermano che il contrasto dei colori viene eleaborato da un'apposita area del cervello, nota come corteccia visiva primaria, e che è il cervello e non l'occhio a fare la maggior parte del lavoro quando si tratta di riconoscere un colore. Per confermare la loro ipotesi hanno sottoposto ad alcuni test pazientI a cui in passato era stata rimossa chirurgicamente la parte della corteccia visiva. I risultati sono stati inequivocabili: in tali soggetti la percezione del colore non è influenzata dalle differenze di colore ma dall'illuminazione. La spiegazione del fenomeno è intriganute: «Il colore è un prodotto del nostro sistema nervoso», scrive uno dei ricercatori, «e si potrebbe definire "un pigmento della nostra immaginazione"». Per questa ragione le persone che hanno subito danni cerebrali perdendo proprio questa capacità "immaginativa" sono condizionate dalla luce: a seconda di come si riflette, per loro cambiano i colori del mondo.