La nostra testa è sempre più grande: lo conferma uno studio antropologico recentemente concluso presso l'Università del Tennessee che ha analizzato forma e dimensioni di oltre 1500 crani di individui morti tra la metà del 1800 e il 1980.
Secondo Richard Jantz e i suoi colleghi i teschi dell'uomo bianco stanno cambiando radicalmente forma: oggi sono più larghi, schiacciati e affusolati e di conseguenza le nostre facce sono più lunghe rispetto a quelle dei nostri trisavoli del XIX secolo.
Più sani, più testoni
I ricercatori hanno riscontrato un aumento del volume cranico di 200 centimetri cubici per gli uomini, l'equivalente di una palla da tennis, e di 180 cm cubici per le donne, mentre la lunghezza complessiva delle teste è cresciuta rispettivamente di 8 e 7 mm. Si tratta di incrementi medi del 6,8%, non porporzionali a quelli di altre misure corporee: nello stesso arco temporale infatti il nostro peso è infatto cresciuto del 5,6% mentre i nostri femori si sono allungati solo del 2%.
Le ragioni che hanno portato a questi cambiamenti sono ancora in gran parte sconosciute: «Potremmo formulare decine di ipotesi diverse» spiegano i ricercatori, «con effetti a catena decisamente complicati».
Le teorie più accreditate attribuiscono comunque l'aumento delle dimensioni delle nostre teste a un miglioramento generale delle condizioni di vita, in particolare dell'alimentazione, e alla riduzione dei lavori fisicamente usuranti.
E poi c'è la caduta dei tabù culturali: il maggior numero di unioni tra individui di razze diverse ha sicuramente contribuito a portare nell'uomo bianco geni di altre etnie.
E secondo i ricercatori non c'è motivo per ritenere che questi cambiamenti siano finiti.
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Il nostro cranio è molto più grande rispetto a quello dei nostri avi del XIX secolo: uno studio americano spiega, almeno in parte, il perchè.
