Scienze

La storia delle cavie umane... maleducate per dovere

In recente esperimento scientifico alcuni volontari hanno avuto un compito imbarazzante: dire parolacce ad alta voce, tenendo una mano nell'acqua gelida. Ecco a cosa è servito...

Compiti bizzarri, situazioni imbarazzanti, piccole sevizie... Ci sono volontari che, partecipando a curiosi esperimenti scientifici, hanno dovuto vedere e subire (quasi) di tutto. Come quelli che si sono trovati a dover dire parolacce tenendo una mano immersa nell'acqua ghiacciata, dei quali vi raccontiamo qui.

Ma che gelida manina! I volontari di cui parliamo in questo caso sono gli uomini e le donne nel laboratorio di Richard Stephens, alla Keele University (Regno Unito). Avrebbero potuto sembrare dei gran maleducati, a chi li avesse osservati, un giorno, "al lavoro": tutti stavano infatti imprecando senza ritegno, ripetendo a gran voce una parolaccia. In realtà, si trovavano nel pieno di un esperimento ideato dal professor Stephens. Tenevano una mano nell'acqua gelida, a 5 °C, tanto fredda da essere dolorosa. «Sì, direi che stavano sperimentando un moderato dolore», ammette Richard Stephens.

Con la mano a mollo, dovevano ripetere ad alta voce una parolaccia (scelta tra quelle che avrebbero usato dopo essersi martellati un dito), oppure una parola neutra, cioè un termine usato per descrivere un tavolo.

Di altri 7 casi di "cavie umane", costrette ad affrontare situazioni imbarazzanti per condurre esperimenti scientifici, si parla nell'articolo “Io speriamo che me la cavia” su Focus 324, in edicola.

Fa male? Lo psicologo intanto chiedeva loro quanto male sentivano e annotava dopo quanti secondi ritiravano la mano dall'acqua. Il risultato: dicendo parolacce, le persone riferivano di sentire meno male e resistevano di più.

Come ci spiega Stephens, «le persone possono tollerare meglio il dolore ripetendo una parolaccia rispetto a una parola neutra». Ciò sembra spiegare perché, quando picchiamo contro qualcosa, difficilmente urliamo “tavolo massiccio!”. Ma a che cosa si deve, invece, il potere analgesico delle parolacce? «Sembra che imprecare provochi una risposta emotiva, che attiva la cosiddetta “reazione di attacco o fuga” (una risposta fisiologica a un pericolo, che prepara il corpo a reagire, ndr). E ciò ha un effetto antidolorifico definito “analgesia indotta da stress”».

Stephens ha poi fatto anche altri esperimenti dello stesso tipo. Ha visto per esempio che nei volontari abituati a dire parecchie parolacce, il beneficio è minore. E che invece non serve a molto fare un gestaccio: per la precisione, estendere il dito medio con la mano dentro l'acqua gelata non ha dato effetti positivi sulla percezione del dolore...

3 ottobre 2019 Giovanna Camardo
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