Il floppy disc da 3.5 pollici ha quasi compiuto 30 anni: il suo avvento è infatti datato 1981, quando arrivò, contemporaneamente ai primi Personal Computer, negli uffici di mezzo mondo. Dagli anni '80 in poi il floppy disc in formato compatto cominciò a sostituire i suoi fratelli maggiori: i dischi magnetici da 8 e 5¼ pollici.
“L'Italia consuma l'8% dei floppy europei”
Vecchia Europa? - Oggi è ancora uno strumento diffuso per l'archiviazione dei dati, nonostante esistano differenti strumenti per archiviare i byte, come: CD, DVD, chiavette USB, memorie esterne e hosting online. Infatti, secondo i dati diffusi dal produttore Verbatim, il totale delle vendite europee di floppy disc è stato di circa 50 milioni di unità durante il 2009. Un numero notevole, se si valuta che è una tecnologia vecchia di 30 anni. I dati raccolti mostrano che la domanda è alta nell'Europa Orientale, ma anche il Belpaese ha bisogno di dischetti: l'Italia costituisce ancora oggi l'8,2% del totale del mercato europeo.
Perché si usa ancora - Il floppy continua la sua lunga vita perché viene tutt'oggi usato per impartire comandi e archiviare le informazioni di una larga gamma di macchinari. Soprattutto nell'industria, dove le macchine hanno età che si misurano in decenni e necessitano di poca memoria per eseguire il loro compito specifico, archiviando sulle memorie magnetiche piccole quantità di dati. Per questo Verbatim ha annunciato che, pur essendo un mercato in forte diminuzione, continuerà a produrre e distribuire floppy disc in tutto il mondo.