La rielezione di Barack Hussein Obama alla massima carica degli Stati Uniti (prevista e prevedibile, ma non per questo meno combattuta) permette al presidente di continuare la sua politica di sostegno alla ricerca scientifica e tecnologica. E forse, nei limiti consentiti dalla autonomia e dalle camere (ricordiamo che la House of representative è in mano ai repubblicani, in parte finanziati dalle grandi industrie petrolifere) di immettere nella politica anche il grande tema dell’ambiente e del riscaldamento globale.
Sarebbe stato meglio se Romney avesse vinto? Che cosa avverrà ora?
Secondo le promesse e le dichiarazioni pre-elezioni, infatti, la posizione dell’avversario Mitt Romney era molto più critica verso il finanziamento della ricerca scientifica e tecnologica e la protezione dell’ambiente. Vediamo cosa potrebbe succedere se Obama riuscisse a mantenere le promesse.
In risposta a 14 domande posti agli (allora) candidati in settembre dall’organizzazione www.sciencedebate.org, Obama promise di raddoppiare i finanziamenti nelle più importanti agenzie scientifiche del Paese, e le decisioni nei quattro anni passati come presidente fanno capire che la promessa potrebbe essere mantenuta.
La positiva esperienza dei 4 anni precedenti
In generale, per quanto riguarda ricerca e sviluppo, Obama dichiarò che il suo obiettivo è di superare il 3 per cento di prodotto interno lordo nelle spese della ricerca. In questo ha avuto vita facile rispetto ai presidenti repubblicani (come Bush) e anche a Romney, perché uno delle prime iniziative di Obama appena eletto, il Recovery Act, finanziò i progetti di ricerca con 100 miliardi di dollari in ricerche di base, energia, salute e tecnologie dell’informazione. Per quanto riguarda la salute, però, Obama ha dimostrato di avere altre priorità, non concedendo un aumento del budget del National Institute of Health (l’Istituto superiore di sanità degli Stati Uniti).
Insieme alla rielezione di Barack Obama, alcuni stati degli USA hanno modificato alcune politiche in un senso che si potrebbe definire libertario grazie a diversi referendum. Eccoli in dettaglio.
Legalizzazione dei matrimoni gay: approvati in Maine, nello stato di Washington e in Maryland.
Utilizzo della marijuana per uso personale: approvato in Colorado e ancora Washington.
Respinta la proposta di impedire l’uso di fondi pubblici per gli aborti in Florida.
Non è passata una proposta che obbligava i produttori a dichiarare la presenza di organismi geneticamente modificati nei cibi in California.
Puntare sulla scuola
Anche l’educazione e la preparazione scientifica sono state un punto
forte della campagna di Obama, con la promessa di rafforzare il corpo
docente con almeno 10.000 altri professori di scienza e tecnologia,
mentre Romney ha accusato del declino delle scuole americane il
sindacato dei professori e propone più potere alle scuole private.
La guerra dell'energia
È però sull’energia e sulle conseguenze dell’uso di fonti diverse che si
scontrano le due concezioni di Obama e Romney: il primo nel suo mandato
ha cercato di finanziare tutte le fonti energetiche, compreso il
petrolio delle acque territoriali, il “carbone pulito” ma anche le
energie alternative (solare e vento soprattutto). D’altronde, durante il
suo primo mandato, Obama ha visto raddoppiare l’energia prodotta da
fonti alternative. Il secondo invece proponeva nel suo piano solo lo
sviluppo di fonti fossili (petrolio, carbone e gas naturale) da trovare
nel territorio degli Stati Uniti – comprese ancora le acque territoriali
– e nei vicini Messico e Canada, indebolendo molto le leggi che
riguardano l’inquinamento di acqua a aria.
Il futuro dell'energia
Se la politica seguita finora proseguisse, però, Obama dovrebbe spingere
per un minor consumo di combustibili fossili attraverso un aumento
dell’efficienza dei motori delle automobili, una misura cui i
costruttori si erano opposti per decenni: nel 2009 li riunì tutti alla
Casa Bianca letteralmente obbligandoli ad aumentare l’efficienza dei
motori. Nel 2025 si dovrebbe arrivare a 23 chilometri per litro.
Vogliamo la Luna!
Più complicata è la storia d’amore tra Obama e lo spazio: nel 2010
infatti il presidente cancellò il programma Constellation, che avrebbe
dovuto riportare l’uomo sulla Luna, e lasciò le missioni più vicine alla
Terra a “disposizione” del settore privato; allo stesso tempo taglio
dell’8% il programma di scienza planetaria della Nasa, aumentando però
del 44% quello che si occupava di studiare il pianeta Terra.
Sembra proprio che la lettera spedita da 68 premi Nobel, che appoggia
fortemente l’elezione di Obama contro la candidatura di Romney (his
opponent supports a budget that, if implemented, would devastate a long
tradition of support for public research and investment in science), sia
stata ascoltata dal popolo americano che ha rieletto Obama..