Scoperto in Egitto il primo tentativo di mummificare un corpo. Che forse non è riuscito perfettamente.
Un momento della complessa procedura di imbalsamazione. Gli Egizi fecero i primi tentativi circa 5.000 anni fa. |
Secondo Zahi Hawass, direttore del Consiglio egiziano dell'antichità, le ossa appartengono probabilmente a un ufficiale vissuto intorno al 3200 a.C. sotto la prima dinastia egiziana. Proteggere i corpi dal decadimento e conservarli in forme riconoscibili era estremamente importante per questa popolazione africana: la riunificazione di corpo e spirito era considerata, infatti, la chiave per gioire della vita ultraterrena.
Gli albori della pratica. I corpi iniziarono a essere imbalsamati tra il 2613 e il 2494 a.C. sotto i faraoni della quarta dinastia. Già nel 5000 a.C., però, i corpi venivano preservati tramite la sepoltura nella sabbia calda e secca del deserto. Vere e proprie tecniche, che implicavano il ricorso a sostanze dotate di proprietà antibatteriche, furono usate tra il 1567 e il 1200 a.C.
Una recente e sistematica analisi della pratica della mummificazione, che ha coinvolto 25 mummie datate dal 2600 a.C. e il 395 d.C., ha rivelato che gli antichi egizi si servivano di ricette: oli vegetali, resine balsamiche, cera vergine, pistacchio, sono stati trovati tra gli ingredienti usati per imbalsamare. La pratica richiedeva anche la rimozione di tutti gli organi, eccetto il cuore, tramite un'incisione a quattro tagli effettuata sul lato sinistro del corpo. Durante la cerimonia, nota con il nome "apertura della bocca", occhi, bocca e orecchie erano aperte per dare la possibilità al deceduto di vedere, parlare e sentire durante la vita ultraterrena.
(Notizia aggiornata al 6 aprile 2003)