Scienze

La Pompei sottomarina del Giurassico

Una catastrofe improvvisa ha preservato intatta una comunità viva e attiva di animali acquatici del Giurassico, sorpresi nella vita di tutti i giorni.

Un'ecatombe consumatasi 167 milioni di anni fa ha consegnato ai paleontologi una delle più ricche collezioni di fossili marini del periodo Giurassico mai "riemerse" finora. In una cava nell'area di Cotswolds, nel sudovest dell'Inghilterra, è stato rinvenuto un pezzo di fondale marino che brulicava di vita negli anni in cui sulla terraferma dominavano le conifere e i megalosauri (lucertoloni carnivori della famiglia dei teropodi).

Sepolti vivi. In un giorno infausto del Giurassico, un tappeto di stelle marine, ricci, cetrioli di mare, gigli di mare e stelle marine piumate in varie fasi del loro ciclo vitale - tutti parte di un tipo di invertebrati marini chiamati echinodermi - ondeggiava dolcemente nella corrente, cercando pezzetti di cibo nell'acqua o nei sedimenti nel basso fondale. Questa scena pacifica fu bruscamente interrotta da un cataclisma improvviso, una valanga sottomarina innescata forse da un terremoto, che ricoprì l'intero fondale con uno spesso strato di fango.

Tentativo di difesa. Come racconta la BBC, Neville Hollingworth, un cacciatore di fossili amatoriale, ha scoperto questa Pompei subacquea durante una passeggiata con la moglie. I paleontologi del Natural History Museum che hanno studiato il reperto hanno trovato le creature nella classica posizione di stress, con le lunghe braccia flessibili tirate su: un assetto che non ha impedito che fossero investite dal fango.

Una fotografia dettagliata. Questo tesoro di fossili permetterà di ricostruire con maggiore precisione gli ecosistemi marini di 200-145 milioni di anni fa, un periodo di transizione per la vita oceanica, le cui specie erano state dimezzate dall'estinzione di fine Triassico. In questa fase, per recuperare terreno, gli echinodermi si stavano evolvendo e differenziando, occupando lo spazio lasciato libero dai loro simili estinti. All'epoca Cotswolds si trovava più vicino al nord Africa che all'Inghilterra, a causa del movimento delle placche tettoniche terrestri. Di conseguenza, la temperatura del mare era più calda.

Un colpo di fortuna (per noi). Per capire l'importanza del ritrovamento basti pensare che nella collezione del Museo di Storia Naturale di Londra ci sono appena 25 fossili incompleti di stelle marine piumate, radunati in 200 anni. Il nuovo reperto ne comprende un migliaio, molte delle quali con l'intero corpo conservato.

I fossili di crinoidi sono rari, perché i tessuti molli che tengono assieme le parti del loro scheletro si disintegrano facilmente e di rado fossilizzano. La valanga di fango si è rivelata un colpo di fortuna: senza di essa questa comunità di echinodermi sarebbe stata consumata da organismi decompositori e non sarebbe rimasto molto da studiare.

L'analisi del reperto permetterà di arrivare alla descrizione di diverse nuove specie animali e non solo: nelle rocce accanto agli animali sono state trovate tracce di legno e pollini perfettamente conservati, che forniranno nuovi dettagli sulle condizioni climatiche dell'epoca.

16 agosto 2021 Elisabetta Intini
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