Il ferro è un micronutriente fondamentale per la vita, che svolge un ruolo chiave nella respirazione, nella fotosintesi e nella sintesi del DNA. Tuttavia, la sua disponibilità negli oceani è limitata, il che significa che l'aumento o la diminuzione nella fornitura di ferro potrebbe avere importanti ricadute sui modelli climatici globali. In pratica più ferro arriva negli oceani, maggiore è la produzione di fitoplancton, il quale assorbe carbonio dall'atmosfera che precipita sul fondo con la morte del fitoplancton stesso.
Come ci arriva? Il ferro raggiunge gli oceani attraverso fiumi, ghiacciai, attività idrotermale e soprattutto vento. Tuttavia, non tutte le forme con cui si presenta il ferro sono immediatamente utilizzabili dagli organismi marini. L'elemento chimico infatti, non si presenta quasi mai puro, ma legato ad altri elementi a formare molecole più o meno complesse.
Jeremy Owens, della Florida State University è coautore di un nuovo studio pubblicato su Frontiers in Marine Science sull'importanza del ferro trasportato dal vento: «Il ferro, nelle sue diverse forme chimiche, legato alla polvere del Sahara trasportata verso ovest sull'Atlantico, ha proprietà che cambiano con la distanza percorsa: più si allontana, più è bioreattivo (ossia più "digeribile" dal fitoplancton). Questa relazione suggerisce che i processi chimici nell'atmosfera convertano il ferro in forme più accessibili per la vita».
La trasformazione. Il team di Owens ha esaminato i livelli di ferro nei carotaggi di perforazione raccolti dal fondale dell'Oceano Atlantico, grazie a un progetto dell'International Ocean Discovery Program (IODP), che studia i cambiamenti climatici, le condizioni oceaniche e la geologia marina. Sono stati analizzati quattro carotaggi, scelti in base alla loro vicinanza al Sahara-Sahel Dust Corridor, una specie di autostrada del ferro che si muove nell'atmosfera dal Sahara verso l'Oceano Atlantico. I campioni sono stati prelevati a 200 chilometri a ovest della Mauritania e a 500 chilometri a est della Florida.
A cosa serve. Studiando i sedimenti degli ultimi 120.000 anni, i ricercatori hanno misurato le concentrazioni totali di ferro e le sue composizioni isotopiche (gli isotopi sono atomi con il medesimo numero di protoni, ma diverso numero di neutroni. Molti elementi, tra i quali il ferro, presentano più isotopi). «Piuttosto che concentrarci sul contenuto totale di ferro proveniente dal Sahara presente nei campioni, come avevano fatto studi precedenti, abbiamo misurato il ferro che si dissolve facilmente nell'oceano a cui gli organismi marini possono accedere», ha affermato Owens.
Più lontano, meglio è. Lo studio ha rivelato che i livelli di ferro erano più alti nei campioni prelevati vicino all'Africa. Cosa significa? Ce lo spiega Timothy Lyons, professore presso l'Università della California a Riverside e autore dello studio: «I nostri risultati suggeriscono che durante il trasporto atmosferico a lunga distanza, le proprietà minerali del ferro legato alla polvere, originariamente poco bioreattivo, cambiano. Il ferro diventa più bioreattivo e viene quindi assorbito in grandi quantità dal fitoplancton, prima che possa raggiungere il fondo. Durante il trasporto in atmosfera i composti del ferro si trasformano diventando più utili alla vita».
In sintesi questo studio ha rilevato che la polvere ricca di ferro ha un impatto profondo sulla vita oceanica e terrestre, anche lontano dalla sua origine.