È lunga più di quattro campi da calcio messi in fila e smuove tanta acqua quanto sei delle più grandi portaerei in circolazione: nel mondo delle mega strutture ha il record di "nave più grande del mondo", anche se a rigore non è propriamente una nave, perché non naviga in autonomia ma deve essere rimorchiata a destinazione.
Qui sotto, alcune immagini della Prelude nel bacino di carenaggio e di alcune fasi di assemblaggio (l'articolo prosegue più in basso).
In pratica, è una piattaforma mobile per l'estrazione di gas dai fondali
oceanici realizzata da Shell per sfruttare i giacimenti dell'Oceano
Indiano, al largo dell'Australia del nord, abbastanza massiccia da poter
resistere ai tifoni che spazzano quell'area tra novembre e aprile.
La base galleggiante per l'estrazione di gas evita la costruzione di 200 chilometri di pipeline, ossia il condotto sottomarino necessario a trasportare il gas liquefatto. Dopo essere stata rimorchiata e ancorata sul sito del giacimento, la nave piattaforma sarà perciò collegata a terra unicamente da navi cisterna, che la svuoteranno del suo carico per portarlo ai rigassificatori di Giappone, Cina, Corea, Tailandia.
A pieno regime, la capacità teorica prevista per la Prelude è di 10 milioni di tonnellate di gas liquido all'anno, equivalenti alle necessità di energia di una città come Hong Kong.
Nulla è stato rivelato sul costo di questo gigante del mare, ma secondo alcune stime l'investimento per la Prelude è compreso tra gli 8 e i 9 miliardi di euro. E come suggerisce il nome sembra sia solamente un preludio: pare infatti che Shell abbia in programma la costruzione di una gemella ancora più grande.