Nel sommario si trovano alcune ovvie osservazioni sull’argomento e una domanda alla quale il giornalista non ha alcuna intenzione di rispondere. Stiamo veramente parlando di una scoperta importante?
L’articolo si apre presentando i punti chiave della scoperta, "riportando tra virgolette" qualche battuta dei ricercatori così da sottolineare che l’autore non ha alcuna opinione personale in merito. Segue poi una brevissima considerazione sulle sfide scientifiche che gli scienziati hanno dovuto affrontare.
Se la ricerca riguarda una cura o la soluzione di un problema, in questo paragrafo si dà speranza a chi sta soffrendo.
Il titolo di questo paragrafo sintetizza lo studio
A questo punto si passa all’elaborazione e alla spiegazione dei concetti, aggiungendo, dove possibile, frasi come "i ricercatori sostengono", così da far cadere la responsabilità delle affermazioni su chiunque, tranne che sul giornalista che scrive l’articolo.
Si aggiunge poi qualche riferimento alla rivista scientifica su cui è stata pubblicata la ricerca ma in modo sufficientemente vago da non permettere a chicchessia di trovarlo perchè potrebbe rivelare la totale ignoranza del giornalista sull’argomento.
"I risultati dello studio sono entusiasmanti" affermano gli scienziati, e si sottolinea quanti anni di studio e quanto denaro è costato così da rimarcarne l’importanza.
In queste righe si approfondisce la materia, tracciando un breve excursus degli studi e delle ricerche che hanno condotto a questi risultati. Per rimpolpare l’articolo si possono aggiungere dettagli di poco conto trovati googolando l’argomento in questione e copiando qua e là da Wikipedia, il primo sito a comparire nell’elenco dei risultati. Il tutto sempre preceduto da un tranquillizzante “gli scienziati sosostengono”.
Avviandosi verso la chiusura si dà la parola a qualche celebrità o a qualche gruppo di pazienti che possa commentare la ricerca.
In questo titolo si mette in dubbio la validità dello studio: ma sarà davvero così?
In quest’ultimo paragrafo si racconta come alcuni rappresentanti del mondo scientifico e accademico non sono d’accordo con le conclusioni dello studio.
Visto che si tratta di personaggi che il giornalista non conosce e che sono stati contattati per email, difficilmente potranno dare risposte o pareri lapidari nei confronti di un collega.
"La ricerca è utile" affermano, "e ci offre nuove prospettive sulla materia. Occorre comunque cautela prima di affermare che conclusioni sono effettivamente corrette"..
[Spesso nell’articolo c’è un salto logico, perchè chi ha programmato il sistema che gestisce i contenuti del sito ha deciso arbitrariamente di limitare a 12.357 battute la lunghezza di un articolo. Ma si è dimenticato di dirlo al giornalista]
A questo punto gli autori dello studio ribadiscono la validità delle loro conclusioni, ripetendo ciò che hanno detto in apertura ma con parole leggermente diverse e senza contraddire mai nessuno, anche perchè l’autore dell’articolo si guarda bene dal mettere in contatto i primi con i secondi.
In chiusura si afferma che i risultati della ricerca sono ancora comuqnue ancora in fase di verifica e che serviranno ulteriori studi.
(Focus.it, 04 ottobre 2010, Liberamente tratto da un’idea di Martin Robbins pubblicata su Guardian.co.uk)