Scienze

La NASA annuncia il ritrovamento di una nuova forma di vita. Terrestre, ma...

La Nasa ha annunciato la scoperta di una nuova forma di vita caratterizzata da una biochimica completamente nuova e sconosciuta che si nutre di arsenico. Ritrovata in un lago salino della California, potrebbe rivoluzionare il concetto di vita. Sulla Terra, ma anche altrove.
(Focus.it, 2 dicembre 2010)

Avranno trovato ET? Oppure SETI avrà finalmente captato un segnale di indubbia origine aliena? E la Casa Bianca? Sarà già stata informata? L’annuncio pubblicato oggi sul sito della NASA lasciava ben sperare: una conferenza stampa programmata per le 11.00, ora della costa orientale, nella quale sarebbero state presentate delle evidenze scientifiche destinate a cambiare il nostro modo di cercare la vita extraterrestre. Roba grossa insomma…
E in effetti gli scienziati americani, anche se nemmeno questa volta hanno portato davanti ai media omini verdi o dischi volanti, non hanno deluso le aspettative.

Arsenico... e nuovi batteri
Un team di astrobiologi guidato da Felisa Wolfe-Simon ha isolato per la prima volta nel Mono Lake, un lago salino della California, un microrganismo capace di svilupparsi e riprodursi utilizzando come elemento base l’arsenico al posto del fosforo. La notizia è rivoluzionaria perché il fosforo è uno degli elementi chimici che compone l’ossatura di DNA e RNA, le strutture che portano le informazioni genetiche indispensabili alla vita. Fino a oggi era considerato uno degli elementi indispensabili per tutte le cellule viventi, insieme a carbonio, idrogeno, ossigeno, zolfo e nitrati. Anche la cellula sintetica realizzata qualche mese fa da Craig Venter ha una biochimica fondata su queste sostanze.
«Il concetto di vita si è ampliato» dichiara durante la conferenza stampa Ed Weiler, dirigente dell’ente spaziale americano, «dato che i nostri sforzi sono finalizzati alla ricerca di tracce di vita nel Sistema Solare, ora dobbiamo pensare in modo diverso e considerare la vita come non siamo abituati a fare».
Il fosforo è un elemento fondamentale dell’ATP (adenosina trifosfato), il composto ad alta energia richiesto dalla stragrande maggioranza delle reazioni metaboliche cellulari, e dei fosfolipidi che compongono tutte le membrane cellulari. L’arsenico, chimicamente molto simile al fosforo, è invece tossico per quasi tutte le forme di vita terrestri.
«Sappiamo che alcuni microbi possono respirare arsenico», spiega la Wolfe-Simon «ma ciò che abbiamo trovato qui è del tutto nuovo: questo microrganismo utilizza l’arsenico per costruire parti di se stesso. E se qualcosa sulla Terra può comportarsi in modo così sorprendente, cosa potrebbe succedere su altri pianeti?»

Dieta velenosa
Il nuovo microbo, del ceppo GFAJ-1, appartiene alla famiglia dei Gammaprotobatteri: i ricercatori lo hanno prelevato dal lago e lo hanno "allevato" in laboratorio eliminando progressivamente dal suo ambiente il fosforo fino a somministrargli esclusivamente arsenico. E il batterio sembra aver apprezzato, visto che ha continuato a crescere e riprodursi. Le analisi hanno indicato che il veleno veniva utilizzato per sintetizzare gli elementi costitutivi di nuove cellule di GFAJ-1.
Il punto chiave della ricerca è stato capire se l’arsenico veniva effettivamente incorporato nel batterio: con grande sorpresa degli scienziati, molecole di arsenico sono state trovate nel DNA del microrganismo al posto del fosforo.

C'è chi dice no
La notizia ha sollevato un gran polverone in tutta la comunità scientifica: Steve Benner, un chimico della Foundation for Applied Molecular Evolution di Gainsville (Florida) ha dichiarato a New Scientist di non essere convinto della validità dei risultati della ricerca: «Per analizzare il DNA del batterio avrebbero dovuto metterlo a bagno in un gel a base di acqua, che avrebbe rapidamente dissolto ogni molecola di arsenico».
E anche Robert Shapiro della New York University, uno dei massimi esperti mondiali su DNA e origini della vita, si mostra scettico: «Molti esperti sono concordi nel ritenere che questi microrganismi non siano poi così strani» ha spiegato al Wall Street Journal , «sono solo dei cugini di forme di vita ben note [gli organismi estremofili, ndr], con abitudini singolari».

2 dicembre 2010
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