I brani dei Pink Floyd hanno avuto diverse cover, ma forse questa è la più particolare: eseguita – se così si può dire – dall'intelligenza artificiale. Alcuni secondi di "Another Brick in the Wall (Part 1)" sono infatti stati ricostruiti, utilizzando l'AI, a partire dall'attività cerebrale delle persone che stavano ascoltando il brano. Sono stati coinvolti 29 pazienti con epilessia, con elettrodi inseriti sulla corteccia cerebrale per monitorare la loro attività cerebrale durante gli attacchi epilettici. La procedura però ha anche dato agli studiosi la possibilità di capire come il cervello reagisce all'ascolto della musica. Da quei dati, Ludovic Bellier della University of California a Berkeley e colleghi hanno ricostruito un frammento della musica originale, utilizzando l'intelligenza artificiale. Su Focus n° 372 in edicola potete leggere un approfondimento.


INTONAZIONE. Lo studio ha anche rilevato le aree cerebrali coinvolte nell'ascolto. «E abbiamo confermato che la percezione della musica è supportata da regioni della corteccia di entrambi gli emisferi, anche se con una dominanza dell'emisfero destro», dice Ludovic Bellier. «Decodificando la musica dall'attività neurale, apriamo la strada a nuovi device in grado di ricostruire la parola (in chi non può parlare, a partire dall'attività cerebrale ndr) includendo elementi musicali. Si potrebbe arrivare a decodificare non solo che cosa il paziente vuole dire (le parole, il contenuto linguistico), ma anche come lo vuole dire (il ritmo, l'intonazione), catturando le emozioni trasmesse dalla voce umana».