Una ricerca inglese propone una "teoria unificata" per la fisica dell'acqua. Finora nessuna formula si era mai dimostrata altrettanto efficace nello spiegare in modo completo che cosa accade quando una goccia d'acqua si deposita su di una superficie qualunque. (Andrea Porta, 29 maggio 2008)
Che cosa succede quando la pioggerellina primaverile bagna il vostro maglione? E quando lo immergete nell'acqua tiepida? E ancora, perché quando versate dell'acqua su di una superficie di vetro in piano si formano gocce immobili e separate? Può sembrare strano, ma sono almeno 25 anni che i fisici tentano di spiegare - senza riuscirci in modo completo - la fisica dell'acqua. Solo ora Andrew Parry, del dipartimento di matematica dell'Imperial College London (Regno Unito), propone una singola teoria in grado di descrivere tutte le relazioni che intercorrono tra le gocce e le superfici su cui si depositano.
Aria e temperatura. Per arrivare a questo risultato Parry ha fatto uso di una formula da lui elaborata. A differenza di quelle finora proposte, questa tiene in considerazione anche l'aria che gravita su ogni goccia e la temperatura: più fa caldo, per esempio, più le gocce tendono ad appianarsi penetrando più facilmente all'interno di superfici porose come i tessuti. «Le ricerche finora condotte», spiega Parry, «non hanno tenuto in considerazione queste interazioni. È per questo che non sono mai venute a capo di una formulazione teorica soddisfacente.» Secondo gli esperti, la ricerca si rivela importante non solamente sul piano teorico: anche l'industria chimica, quella dei pesticidi, le tecnologie di stampa e persino le nanotecnologie potranno beneficiarne.