A scuola continueremo a studiarlo così, ma il modello a doppia elica che fino ad oggi ha descritto la struttura del DNA pare ormai superato. A dirlo è uno studio multidisciplinare pubblicato su Nature Communication, che rivela con un dettaglio senza precedenti la struttura tridimensionale dell'acido desossiribonucleico, il DNA.
Forme in divenire. Grazie a una potente tecnica microscopica e a successive simulazioni condotte con supercomputer, i ricercatori del Baylor College of Medicine di Houston e dell'Università di Leeds (Regno Unito) hanno dimostrato la natura dinamica del DNA biologicamente attivo (cioè presente nel nucleo delle cellule viventi).
Lungi dall'essere inquadrabile con il rigido schema a doppia elica che abbiamo imparato a conoscere, questa molecola si attorciglia, si annoda e si snoda continuamente, assumendo conformazioni simili a un "8" o che ricordano aghi da cucito, racchette o manette.
Sguardo più ampio. «Quando Watson e Crick descrissero la struttura a doppia elica, stavano osservando una piccola parte del genoma, solo una circonvoluzione della doppia elica, e cioè circa 12 paia di basi azotate», afferma Sarah Harris, tra gli autori. «Il nostro studio considera diverse centinaia di basi azotate, e questo pur modesto aumento di scala - ci sono circa 3 miliardi di paia di basi nel DNA umano! - rivela un'intera nuova ricchezza di comportamenti nella molecola.»
comunque essenziale. Dal punto di vista pratico, la ricerca servirà a mettere a punto farmaci più efficaci e mirati, che sappiano interagire in modo più preciso con la nuova conformazione molecolare scoperta. Per i non addetti ai lavori, invece, non cambierà molto: abbiamo bisogno di modelli semplificati per rappresentare realtà complesse come quella del nostro genoma.
La doppia elica è una semplificazione, ma è funzionale ad avvicinare il concetto: allo stesso modo il modello atomico planetario (con gli elettroni-pianeti che ruotano attorno al nucleo-Sole), benché superato, continua a essere usato sui libri di testo.