Scienze

La crescita della popolazione mondiale va verso una battuta d'arresto

Entro il 2100 il tasso di fertilità scenderà quasi ovunque sotto il livello di sostituzione. La futura popolazione italiana: 28 milioni.

La prospettiva di un pianeta Terra sempre più stretto a causa della sua popolazione umana lanciata verso una crescita incontrollata andrà forse rivista. Secondo un nuovo studio dell'Università di Washington, pubblicato su Lancet, da qui al 2100 il tasso di fecondità totale (cioè il numero medio di figli per donna) è destinato a diminuire praticamente dappertutto: e più che un calo graduale si tratterà di una brusca frenata destinata a lasciare un impatto importante sulla società. In base a questo nuovo modello statistico, gli abitanti della Terra continueranno ad aumentare di numero ancora per 40 anni o poco più, passando dai 7,8 miliardi attuali a 9,7 miliardi attorno al 2064; ma da quel momento in poi avrà inizio un calo che ci porterà a 8,8 miliardi alla fine del secolo.

Scelte riproduttive
Sulla crescita della popolazione mondiale vi sono proiezioni anche molto diverse tra loro perché cambiano gli strumenti statistici usati per elaborarle. I modelli più accurati tengono conto tanto degli ostacoli, quanto degli incentivi che influenzano le scelte riproduttive. Altre notizie curiose sul tema della popolazione mondiale © Shutterstock

Più diritti, meno figli. Al di sotto di un numero medio di figli per coppia di 2,1 (quello che i demografi chiamano livello di sostituzione: per approfondire) la popolazione di una determinata regione comincia a diminuire. Negli anni '50 il tasso di fecondità totale nel mondo era di 4,7 figli. Nel 2017 si era quasi dimezzato, arrivando a 2,4, e per il 2100 si stima che sarà sotto a 1,7 - grazie soprattutto al raggiungimento di importanti traguardi nell'istruzione femminile, nell'accesso delle donne al mondo del lavoro e nella maggiore libertà nelle scelte riproduttive.

I casi più eclatanti. Una riduzione del numero di figli si verificherà in 183 di 195 Paesi considerati dai ricercatori, ma non ovunque in modo omogeneo. In Italia (1,29 figli per donna nel 2019) le proiezioni parlano di una popolazione ridotta a 28 milioni di abitanti nel 2100. Il Giappone è destinato a passare da 128 milioni di abitanti a meno di 53 milioni e ci sono altri 21 Paesi, tra i quali Spagna, Thailandia, Portogallo e Corea del Sud, che registreranno un dimezzamento della popolazione da qui a fine secolo.

La Cina, oggi il Paese più popoloso al mondo, arriverà a un picco massimo di 1,4 miliardi di abitanti entro i prossimi 4 anni, per ritrovarsi infine con una popolazione di 732 milioni di persone a fine secolo e cedere così lo scettro all'India. Le nazioni dell'Africa subsahariana, che oggi hanno un tasso di fecondità totale di 4,7 nascite medie per donna, piomberanno sotto il livello di sostituzione entro il 2100.

Il numero di ottantenni sulla Terra passerà dai 141 milioni attuali a 866 milioni nel 2100. 

Equilibri da ribilanciare. Si potrebbe pensare che con meno persone da sfamare avremo a disposizione più risorse e allenteremo la pressione sul pianeta.

Potrebbe essere così, se non fosse per le conseguenze sociali ed economiche di una piramide di popolazione totalmente invertita, con pochi giovani in età produttiva e una popolazione sempre più anziana da assistere. «Per i Paesi ad alto reddito con tassi di fecondità sotto il livello di sostituzione, le migliori soluzioni per sostenere gli attuali livelli di popolazione, crescita economica e sicurezza geopolitica sono politiche migratorie aperte e sistemi di sostegno sociale alle famiglie affinché possano avere il numero di figli desiderato», commenta Christopher Murray, primo autore dello studio.

11 agosto 2020 Elisabetta Intini
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