Le tecnologie per la stampa 3D oggi permettono di realizzare veramente di tutto: nano componenti per applicazioni industriali o biomediche, ma anche stumenti musicali o... ossa di dinosauro (vedi anche Focus 239, in edicola in questi giorni).
Quello che finora nessuno aveva mai tentato era la stampa di cibo, più precisamente di bistecche.
Dalla sala operatoria al ristorante
Ci sta provando Modern Meadow, una startup americana attiva nel settore delle biotecnologie che ha ricevuto un finanziamento da diverse centinaia di milgliaia di euro dalla Fondazioe Thiel, un ente filantropico americano.
“La filiera della carne è una delle più impattanti dal punto di vista ambientale. L'obiettivo di Modern Meadow è quello di combinare tecnologie fino ad oggi sperimentate solo in ambito medico (quella per la generazione di tessuti sintetici, ndr) con quelle di stampa 3D già consolidate, così da soddisfare la fame di proteine del genere umano in modo ecologicamente sostenibile” ha spiegato ai media Lidy Fishburn, executive director della Fondazione Thiel.
Chimica anti-fame
Dal punto di vista pratico, gli scienziati stanno cercando di mettere a punto un bio-inchiostro contenente tutto ciò che serve per realizzare una bistecca: la miracolosa sostanza dovrebbe venire depositata uno strato sopra l'altro da una speciale stampante che riceve da un computer le informaizioni relative a forma e posizione di ogni singola particella.
Il progetto è comunque in una fase ancora teorica: obiettivo dei ricercatori è quello di realizzare, nel giro di qualche anno, una “minifettina” di carne sintetica di 2 cm per 1, spesso qualche mm.
Su Focus 238, in edicola dal 12 agosto al 19 settembre 2012, un lungo articolo spiega come funzionano le stampanti 3D e come rivoluzioneranno - anche molto presto - la produzione e la distribuzioni di oggetti e manufatti.